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martedì 17 settembre 2024
 
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L'ora della speranza

16/04/2020  Don Salvatore Callari, sacerdote di 84 anni, ci manda due poesie da Caltanissetta. Una sulla pandemia che stiamo vivendo, l'altra sulla Pasqua

L'ora della speranza  

Corona di gloria sempre si è sposata,

di fresco alloro o splendidi diamanti,

sul capo di poeti e di regnanti,

Ora si adagia, impudica sul veleno,

su un virus di perfida sostanza

ché veleno è di nome e di natura,

E il mondo intero viene ad imbrattare,

ladro di sogni, di pace e di speranza.

Impietosa infuria la gazzarra

Per scoprire il vero volto dell’epidemia.

germogliano sospetti di malizia e di inganno,

tetro tradimento dell’umanità,

o misterioso prodotto di natura,

gravida di incognite oltre l'umano;

e resta la tortura da condanna

Chi rode il tesoro immenso della vita.

E di usignolo non s’ode più armonia,

Lugubre incede l'immagine dei gufo.

Giulivi si accendono raggi d'amore

nei cuori più ricchi d’ardimento,

Testimoni di forza ultraterrena

che l'Onnipotente suscita, paterno,

per spegnere il vigore dei lamenti

avvolti nel grembo di folle paura.

 

Don Salvatore Callari

Mussomeli (Caltanissetta) 18 marzo 2020

Pasqua! Revival! 2020

E fu Pasqua! All’alba del terzo giorno!

Le pietre insofferenti d’essere odiato ricettacolo,

testimoni dell’ardente resa della morte

si ribaltano per dare al Figlio dell’Uomo

l’aroma puro della vita nuova.

Ora sono vere sulle sue labbra

le antiche promesse dei profeti.

Delle tenebre lo scettro si è spezzato,

il buio è trafitto dalla luce,

in un incantato tripudio, la luna e il coro delle stelle

nell’immenso scintillio del firmamento,

al cielo, al mare, al vento messaggero,

proclamano festanti la vittoria,

che sfalda le trame del maligno.

Sono mendaci gli infidi custodi

vittime impudenti e ignobile germe del bugiardo.

Sulle ali di ansia amorosa, corre Maddalena,

madida di pianto, vede e grida: Rabbunì!

Gustano i discepoli il crollo d’ogni delusione

al grido giubilante: è Risorto!

Sul crinale dei secoli cammina ancora,

per cercare la pecorella ch’è smarrita

e accende la favilla, madre dell’incendio d’amore.

Corrosi dal putridume dei malvagi,

con l’animo fanciullo, nella fede,

noi viviamo nel grembo della terra,

sognando le sinfonie del cielo.

Come Lui! Risorgeremo!

E sarà Pasqua!

 

Don Salvatore Callari

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