Quella del compositore americano John Adams, 71 anni, è una delle voci più importanti della musica contemporanea. Nelle sue opere Adams si è confrontato con temi come la politica internazionale (Nixon in China, del 1987, è già un classico) e il terrorismo (The Death of Klinghoffer, del 1991). Ora, il 2, 3 e 4 novembre viene eseguito per la prima volta in Italia l’oratorio The Gospel according to the other Mary,in programma del terzo concerto della Stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia in coproduzione con Romaeuropa Festival.
Ispirato alla Passione di Cristo raccontata dal punto di vista di Maria Maddalena, l’Oratorio si basa su una narrazione che si muove su due piani simultanei: quello biblico e quello che guarda all’emarginazione che caratterizza la sfera sociale contemporanea. Nel libretto di Peter Sellars, storico collaboratore di Adams, il racconto evangelico si interseca alla voce di importanti esponenti dell’impegno politico e sociale: come la giornalista e attivista sociale Dorothy Day, a lungo impegnata in battaglie in favore dei poveri; la scrittrice e poetessa Louise Erdrich; Rosario Castellanos considerata una delle scrittrici messicane più importanti del XX secolo, figura di riferimento del movimento femminista latino-americano; Primo Levi e Hildegard von Bingen, religiosa, teologa e compositrice. Varietà di stili, momenti di grande virtuosismo per il Coro e presenza di strumenti inusuali per la tessitura orchestrale come il ‘cimbalom’ e il basso elettrico conferiscono grande originalità alla composizione.
Sul podio ci sarà lo stesso Adams, che dopo venti anni di assenza torna a dirigere l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’unica orchestra italiana che egli abbia già diretto in passato. L’Oratorio prevede la presenza del coro (preparato da Ciro Visco) e di 6 solisti (fra i quali 3 controtenori): Kelley O’Connor, Elisabeh DeSchong, Jay Hunter Morris, Daniel Bubeck, Brian Cummings, Nathan Medley.