Matteo Del Fante.
Nel IV capitolo della sua seconda enciclica, Laudato si’, pubblicata nel 2015, papa Francesco scrive: «Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita».
In questi dieci anni di pontificato, non soltanto nelle pagine di questa sua pastorale, il Santo Padre ha posto più volte l’accento sull’importanza di preservare l’ambiente e far capire alla società tutta che occorre prendersi per mano e accompagnarsi l’uno con l’altro verso un futuro fatto di sostenibilità. Un futuro sempre più prossimo e necessario. Proprio nel solco di questa “transizione ecologica”, Poste Italiane ha dato vita al progetto “Polis - Casa dei servizi di cittadinanza digitale”, un grande programma d’inclusione sociale che si pone due importanti obiettivi: il contrasto all’abbandono dei piccoli centri urbani e il supporto alla transizione digitale del Paese come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
L’obiettivo è dotare gli uffici postali di tutti i Comuni con meno di 15 mila abitanti di nuove tecnologie e strumenti idonei a consentire una fruizione facile e veloce dei servizi della Pubblica amministrazione per i cittadini. Negli uffici del progetto “Polis” in tutt’Italia verranno installati 7 mila Atm Postamat, 4 mila postazioni evolute per l’erogazione dei servizi pubblici self-service e 500 lockers per la consegna e il ritiro di pacchi o altri beni in piena sicurezza. Inoltre, al fine di promuovere la mobilità sostenibile e garantire un’energia pulita, saranno realizzate 5 mila colonnine di ricarica per i veicoli elettrici e 1.000 impianti fotovoltaici.
Infine, saranno 1.000 gli spazi esterni attrezzati per ospitare diverse iniziative con lo scopo di animare e unire le tante realtà locali del Paese. Al 30 novembre 2023 sono oltre 800 gli uffici postali già ristrutturati secondo il nuovo modello, dove è possibile accedere a una serie di servizi, come il rilascio dei passaporti e, a partire dalla prossima primavera, anche della carta d’identità elettronica. Insomma, non solo una straordinaria opportunità di “snellire” la mole di lavoro degli uffici pubblici, ma anche un modo per avvicinare tra loro i cittadini, esortandoli a vivere appieno la comunità. È questa la mission di “Spazi per l’Italia”, la rete di co-working elaborata da Poste Italiane, composta da 250 sedi, dove saranno previste postazioni di lavoro, servizi condivisi e aree dedicate a eventi e formazione a cui potranno accedere non soltanto i privati, ma anche aziende, università e centri di ricerca.
Un maxipiano che, nel prendere per mano l’Italia e accompagnarla verso il domani, porterà alla creazione di oltre 18 mila nuovi posti di lavoro e a un risparmio di 32 milioni di euro, data la riduzione del le emissioni inquinanti.
«Il progetto “Polis” nasce per garantire a 16 milioni di italiani in Comuni con meno di 15 mila abitanti pari opportunità di accesso ai servizi della Pubblica amministrazione, con l’ambizione di semplificare la vita dei cittadini, riducendone al minimo i disagi grazie alle soluzioni digitali disponibili nei nostri uffici»: è il duplice intento del gruppo Poste Italiane, spiega l’amministratore delegato Matteo Del Fante. «Crediamo che un tale progetto sia unico nel suo genere. E grazie all’attenzione alle piccole comunità, saremo un modello nel mondo».