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giovedì 23 gennaio 2025
 
L'APPROFONDIMENTO
 

«L'unità dei cristiani inizia dalla preghiera in famiglia»

18/01/2022  Dal 18 al 25 gennaio si vive la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Ne parliamo con Riccardo Burigana, direttore del Centro studi per l’ecumenismo in Italia. «Sono giorni segnati dalla speranza». In alcune parti del mondo, causa pandemia, l'appuntamento è stato rinviato al tempo di Pentecoste. I rapporti con le chiese storiche della riforma (valdesi, battisti, metodisti) e con le nuove confessioni carismatiche chiese storiche della riforma (valdesi, battisti, metodisti) e con le nuove confessioni carismatiche e pentecostali.

Lunedì 17 gennaio 2022: papa Francesco, 85 anni, riceve in Vaticano una delegazione ecumenica delle chiese cristiane della Finalndia alla vigilia dell'apertura della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 genaio 2022). Questa foto e quella in alto: Osservatore Romano/Ansa.
Lunedì 17 gennaio 2022: papa Francesco, 85 anni, riceve in Vaticano una delegazione ecumenica delle chiese cristiane della Finalndia alla vigilia dell'apertura della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 genaio 2022). Questa foto e quella in alto: Osservatore Romano/Ansa.

Dal 18 al 25 gennaio si svolge la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Otto giorni in cui le comunità sono invitate a riflettere, confrontarsi e pregare. C'è un aspetto particolare scelto per indicare il tema generale: “In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”. Che settimana sarà lo chiediamo a Riccardo Burigana, direttore del Centro Studi per l'Ecumenismo in Italia.

«La settimana di preghiera che si celebrerà in gran parte del mondo è sempre il tempo più forte in cui i cristiani si interrogano su come costruire l'unità visibile della Chiesa. Come rispondere a una chiamata chiara e inequivocabile che ha un radice evangelica. Perché come ricorda spesso il Papa la tensione all'unità appartiene alla prima comunità cristiana; modello di unità nella diversità è il Nuovo Testamento. La settimana ha più di un secolo di storia e ha cambiato pelle; dopo il Concilio Vaticano II è diventata un momento di confronto e riflessione ma soprattutto di preghiera di cristiani di tradizione diversa. Che si ritrovano introno a un tema che quest'anno è un passo del Vangelo di Matteo scelto congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese e dalla Santa Sede».

Com'è stato scelto il tema?

«La decisione viene affidata a un gruppo di cristiani di un Paese che redige un sussidio per accompagnare giorno per giorno le comunità nella preghiera. In Italia quest'anno la traduzione del sussidio porta con sé l'invito a proseguire la preghiera per la Chiesa durante l'anno con meditazioni mese per mese sempre sul tema dell'unità. Non è una novità, ma si è venuta affermando l'idea che la Settimana è un momento forte dentro a un cammino per l'unità. Cioè, quella conversione quotidiana indicata dal Concilio Vaticano II deve diventare un elemento fondamentale di un cammino da vivere partendo dalla propria comunità verso la Chiesa universale».

Riccardo Burigana, 58 anni, direttore del Centro Studi per l'Ecumenismo in Italia
Riccardo Burigana, 58 anni, direttore del Centro Studi per l'Ecumenismo in Italia

Una settimana vissuta come tutto in un momento eccezionale...

«Quest'anno in Italia, come nel resto del mondo, i momenti di confronto dovranno tener conto della pandemia. Alcuni Paesi hanno scelto di rinviarla alla settimana di Pentecoste, molti faranno incontri solo in modalità webinar mentre si è venuta moltiplicando la richiesta di vivere un momento di preghiera nella propria famiglia. In questa direzione l'ufficio Ecumenismo della Cei propone delle preghiere pensate per le famiglie miste, ma rivolte a tutte le famiglie. Per una settimana dominata dall'idea della speranza, della affidarsi alla speranza come fecero i Magi e dall'accoglienza la stessa che i magi fecero di questa speranza portando dei doni al “Dono di Cristo” che era stato fatto al mondo perché nell'accoglienza dell'altro si dona e si riceve».

Che rapporto c'è tra le fedi storiche - valdesi/metodisti - e le fedi "nuove" – pentecostali/carismatici?

«I cristiani vivono la settimana portandosi gioie speranze, ma anche la anche pesantezze di secoli di sospetto e pregiudizi; molti sono stati riletti e in alcuni casi rimossi nel XX secolo che è il secolo del movimento ecumenico contemporaneo. Naturalmente i tempi di ingresso del movimento ecumenico sono stati molto diversi da Chiesa a Chiesa tanto che nel XXI secolo in tanti luoghi si assiste a nuove frontiere di dialogo nelle chiese e tra le chiese storiche che hanno secoli alle spalle e le numerose comunità pentecostali che si richiamano a una storia cominciata a inizio del XX secolo anche se affondano le loro radici nell'esperienza neotestamentaria. Si potrebbe dire che il movimento ecumenico del XXI vive una dinamica intergenerazionale. All'interno delle chiese e tra le chiese in particolare tra le comunità pentecostali che hanno un'energia e una vitalità che nasce da un rapporto diretto ed esclusivo con la parola di Dio. Il dialogo teologico che da decenni va avanti tra la chiesa cattolica e alcune realtà pentecostali è solo una parte di un tesoro da condividere in nome della Missione dell'annuncio e della testimonianza della Parola di Dio nel mondo. Perché tutti i cristiani sono uniti dall'idea che la luce di cristo cambia la vita di ogni donna, ogni uomo e del Mondo».

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