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lunedì 10 febbraio 2025
 
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Quell'inchino davanti al boss

06/07/2014  In Calabria durante la festa parrocchiale nella frazione Tresilico di Oppido Mamertina, la statua della Madonna si ferma per trenta secondi dinanzi all'abitazione del presunto boss Peppe Mazzagatti. In Molise, i detenuti dopo le parole di Francesco si rifiutano di andare a messa.

È sconcertante quanto reale ed è successo durante festa parrocchiale nella frazione Tresilico di Oppido Mamertina, paese al centro di una cruenta faida, quando durante la processione della Madonna delle Grazie la statua, portata da numerose persone e preceduta da alcuni sacerdoti e da un gruppo di amministratori locali. si è fermata davanti all'abitazione del presunto boss Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute. Trenta secondi per omaggiarlo, lui che è condannato all'ergastolo per omicidio e associazione per delinquere. Secondo quanto riporta stamane il Quotidiano della Calabria,
nel momento in cui la processione ha fatto sosta il comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina si è allontanato in segno di dissenso da quanto stava accadendo. Altri due carabinieri, invece, hanno documentato tutto e gli esiti dei loro appunti confluiranno in una relazione di servizio che sarà inviata alle autorità di ordine pubblico.

Davanti al clamore mediatico che ne è conseguito, il vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, monsignore Francesco Milito ha spiegato: «Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti. Abbiamo appreso stamane – ha aggiunto - di quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti»


«Quando non si adora il Signore - aveva detto il Papa - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi». 
«Quelli - aveva concluso - che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati».

Le reazioni non si sono fatte attendere. «Se siamo scomunicati, a messa non vale la pena andarci» è stato il commento dei detenuti della Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino, in Molise, rimasti colpiti dall’intervento del Pontefice. «È una cosa sorprendente - ha commentato padre Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso a Radio Vaticana - che conferma quanto il Papa parlando, incida nelle coscienze, perché la Sezione di alta sicurezza del carcere di Larino, quasi 200 persone, si è messa in ribellione davanti a questa frase».


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