Don Giacomo Perego, sacerdote paolino, 43 anni, biblista, direttore editoriale delle Edizioni San Paolo.
I risultati dell’ultima indagine statistica sono ancora freschi di stampa. Otto italiani su dieci affermano di averne in casa una copia. E due su tre assicurano che no, non l’hanno abbandonata negli scaffali sotto un dito di polvere, ma che di tanto in tanto l’aprono, leggendone un brano. Una cosa è certa. La Bibbia rimane il libro più tradotto e più diffuso al mondo. La sua bellezza viene resa ancora più apprezzabile dalle modalità con cui le arti ripropongono le sue pagine.Basti pensare alla musica e alle sue armonie, al cinema e alle sue libere interpretazioni,al teatro e alle sue sacre rappresentazioni, alla pittura e alla sua intuizione creatrice: la mostra di Marc Chagall, inaugurata da pochi giorni a Milano, dice molto a riguardo.L’attenzione alle Sacre Scritture sembra non subire l’usura del tempo.
Tanto successo è in realtà facilmente spiegabile. Nella Bibbia, infatti, Dio e l’uomo si incontrano e si raccontano. Nei suoi 73 libri vi sono rappresentati tutti i generi letterari: dalla narrazione epica ai canti poetici, dagli oracoli profetici alle memorie storiche, dalle parabole alle composizioni epistolari. Vi trovano posto tutti i protagonisti: vincitori e sconfitti, buoni e cattivi, eletti e reietti,ricchi e poveri. E vi trovano spazio tutti i toni: dalla danza al pianto, dalla paura allo slancio, dal sogno all’invocazione.Pagine intere raccontano le passioni dell’uomo e la ricerca di Dio, fino al punto di mescolare le emozioni dell’uno con quelle dell’Altro. Senza censura, senza paura di dare voce al grido di dolore o di rabbia, senza nascondere le bassezze umane, senza negare le contraddizioni e i peccati che a volte prendono il sopravvento anche nell’uomo posto al servizio dei fratelli in nome di Dio.
Incastonato al centro del racconto biblico, il mistero dell’incarnazione
segna il passaggio dalla prima alla nuova alleanza. Tale mistero
diventa la “chiave esegetica”per eccellenza della narrazione biblica:Dio
è il Verbo che si fa carne, soffre,muore, risorge. E rivive nei
suoi. Una volta di più, allora, occorre far uscire la Bibbia dalle chiese
per far sì che finisca davvero in mano a tutti, aiutandole donne e gli
uomini del nostro tempo a scoprire la ricchezza dei suoi linguaggi e dei
suoi contenuti.
Da domenica5 ottobre la Società San Paolo mette a disposizione una nuova edizione.
È ricca di contenuti, a partire da un accurato patrimonio di note e da
un’articolata guida di 72 pagine che ne stimola la presenza (e,
auguriamo, la lettura) nelle famiglie, nei gruppi parrocchiali, nei
momenti della catechesi, durante l’ora di religione. È economica (9,90
euro) così come quelle pubblicate in altri tempi dai Paolini (rammento
una Bibbia diffusa a mille lire durante il pontificato di Giovanni
XXIII). È, infine, la giusta compagna di viaggio per l’epoca in cui
viviamo, visti i ripetuti inviti di papa Francesco a mettere al centro
la Parola di Dio, vista l’imminente apertura del Sinodo straordinario
sulla famiglia, vistoil non lontano anniversario della Costituzione
dogmatica Dei Verbum, promulgata da Paolo VI il 18 novembre 1965.
Per noi della Società San Paolo c’è un motivo in più. Stiamo
terminando le celebrazioni per il nostro primo secolo di vita. Siamo
nati con la Bibbia e al servizio della Bibbia. Così ci ha voluti il nostro fondatore, il beato don Giacomo Alberione.
Una passione, la sua, espressa in vari modi, non solo con la stampa di
milioni di copie della Sacra Scrittura. Giacomo Alberione, infatti, ha
lanciato le giornate del Vangelo e le giornate della Bibbia (1924), ha
inaugurato i Congressi nazionali del Vangelo (1925), ha aperto una
Scuola biblica per corrispondenza (1961). Soprattutto ha mandato giovani
suore per tutta Italia (a piedi, in bicicletta, sugli asini, in treno,
in autobus, in macchina) a portare di casa in casa Bibbie e Vangeli,
suscitando a volte derisione e altre volte scandalo; ha insegnato a
esporre, fin dagli anni ’30, Bibbia ed Eucaristia sull’altare, ricevendo
anche una “visita di verifica" dalle autorità ecclesiastiche che lì per
lì sembrarono non gradire. Alberione ha, inoltre, “trasformato” la
Bibbia in “racconto” radiofonico e in audiocassetta, poi in film e in
documentari, recitando lui stesso in alcune di queste opere. Il tutto
reso fecondo dalla preghiera continua di una Congregazione intera: le
Pie Discepole del Divin Maestro. Come non far memoria, allora, in modo
significativo, di tanta passione a distanza di cent’anni?
Un’annotazione e un invito, in chiusura. L’annotazione: la
pubblicazione della Bibbia l’abbiamo pensata come evento che, nella
stessa identica giornata – domenica 5 ottobre – abbracci l’intera
Italia, periferie urbane ed esistenziali incluse (centri storici,
carceri, ospedali, case di accoglienza e di ricovero), dal Sud (Napoli,
Bari, Reggio Calabria, Catania) al Nord (Milano, Lodi, Brescia,
Bergamo, Vicenza) passando per Roma e Livorno. L’invito, infine:
leggetela, leggiamola. Non tutta d’un fiato. Non dall’inizio alla fine.
Magari partiamo dal Vangelo di Marco, il più breve, quello con più
ritmo, che non risparmia niente e nessuno offrendo una compiuta visione
d’insieme. Questo testo ci aiuterà a percorrere tutta la Scrittura
illuminati dalla buona novella annunciata da Gesù. Cosa che ci aiuterà a
non annoiarci neppure di fronte alle pagine del Levitico che, parere
personale, ritengo le più distanti dalla sensibilità contemporanea.
Non tramonta il sole sulla Bibbia. Anche oggi, ai giorni di Twitter. D’altronde furono frammenti a scuotere e convertire gente diventata esempio di fede, di speranza e di carità: per sant’Agostino fu un passo della lettera di Paolo ai Romani (Rm 13,13), per santa Teresina del Bambin Gesù la prima lettera ai Corinzi (il capitolo 13), per madre Teresa di Calcutta il grido dolente di Gesù in croce: «Ho sete». Meno, molto meno di 140 caratteri.