Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon anno a tutti!
Oggi, ottavo giorno dopo il Natale, celebriamo la Santa Madre di Dio. Come i pastori di Betlemme, rimaniamo con lo sguardo fisso su di lei e sul Bambino che tiene tra le braccia. E in questo modo, mostrandoci Gesù, il Salvatore del mondo, lei, la madre, ci benedice, ci benedice tutti. Benedice il cammino di ogni uomo e ogni donna in questo anno che inizia, e che sarà buono proprio nella misura in cui ciascuno avrà accolto la bontà di Dio che Gesù è venuto a portare nel mondo. In effetti, è la benedizione di Dio che dà sostanza a tutti gli auguri che vengono scambiati in questi giorni. E oggi la liturgia riporta l’antichissima benedizione con cui i sacerdoti israeliti benedicevano il popolo. Sentiamo bene Recita così: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26). Questa è la benedizione antichissima. Per tre volte il sacerdote ripeteva il nome di Dio, “Signore”, stendendo la mani verso il popolo radunato. Nella Bibbia, infatti, il nome rappresenta la realtà stessa che viene invocata, e così, “porre il nome” del Signore su una persona, una famiglia, una comunità significa offrire loro la forza benefica che scaturisce da Lui. In questa stessa formula, per due volte si nomina il “volto”, il volto del Signore. Il sacerdote prega che Dio lo “faccia risplendere” e lo “rivolga” verso il suo popolo, e così gli conceda la misericordia e la pace.
Sappiamo che secondo le Scritture il volto di Dio è inaccessibile all’uomo: nessuno può vedere Dio e rimanere in vita. Questo esprime la trascendenza di Dio, l’infinita grandezza della sua gloria. Ma la gloria di Dio è tutta Amore, e dunque, pur rimanendo inaccessibile, come un Sole che non si può guardare, irradia la sua grazia su ogni creatura e, in modo speciale, sugli uomini e le donne, nei quali maggiormente si rispecchia.
«Quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4,4), Dio si è rivelato nel volto di un uomo, Gesù, «nato da donna». E qui ritorniamo all’icona della festa odierna, da cui siamo partiti: l’icona della Santa Madre di Dio, che ci mostra il Figlio, Gesù Cristo, Salvatore del mondo. Lui è la Benedizione per ogni persona e per l’intera famiglia umana. Lui è sorgente di grazia, di misericordia e di pace. Per questo il santo papa Paolo VI ha voluto che il primo gennaio fosse la Giornata Mondiale della Pace; e oggi noi celebriamo la cinquantaduesima, che ha per tema: La buona politica è al servizio della pace. Non pensiamo che la politica sia riservata solo ai governanti: tutti siamo responsabili della vita della “città”, del bene comune; e anche la politica è buona nella misura in cui ognuno fa la sua parte al servizio della pace. Ci aiuti in questo impegno quotidiano la Santa Madre di Dio. E io vorrei che tutti la salutiamo adesso dicendo per tre volte «Santa Madre di Dio». Insieme: «Santa Madre di Dio» (3 v)
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
nel giorno di Natale ho rivolto a Roma e al mondo un messaggio di fraternità. Oggi lo rinnovo come augurio di pace e di prosperità. E preghiamo tutti i giorni per la pace. Ringrazio il Signor Presidente della Repubblica Italiana per le espressioni augurali che mi ha indirizzato ieri sera. Il Signore benedica sempre il suo alto e prezioso servizio al popolo italiano. I miei auguri cordiali vanno specialmente a voi, cari romani e pellegrini che oggi siete qui in Piazza San Pietro tanto numerosi, sembra una canonizzazione questa. Saluto i partecipanti alla manifestazione “Pace in tutte le terre”, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. E qui voglio esprimere il mio apprezzamento e la mia vicinanza alle innumerevoli iniziative di preghiera e di impegno per la pace che in questa Giornata si svolgono in ogni parte del mondo, promosse dalle comunità ecclesiali; ricordo in particolare quella che ieri sera ha avuto luogo a Matera. Per intercessione della Vergine Maria, il Signore ci conceda di essere artigiani di pace e questo comincia a casa, nella famiglia, artigiani di pace ogni giorno del nuovo anno. E vi auguro di nuovo un buono e santo anno. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.