Il caso del liceo privato cattolico dell’Immacolata Concezione di Pau, uno degli istituti più prestigiosi della Nuova Aquitania, nella douce France, non è soltanto una questione di norme e regolamenti. È l’ennesima, puntuale manifestazione di un vizio tutto francese, quello di scambiare la laicità con l’ateismo di Stato e di attaccare in nome di una presunta neutralità ciò che, invece, è parte integrante dell’identità nazionale: l’istruzione cattolica.
Christian Espeso, il direttore di questo liceo, è stato sospeso per tre anni dal rettorato di Bordeaux che ha la giurisdizione sul liceo, accusato di violare la laicità. In un Paese in cui i valori cristiani hanno forgiato la civiltà stessa, è assurdo e grottesco considerare un reato il fatto che un istituto cattolico porti avanti le sue tradizioni educative. Perché di questo si tratta: non di indottrinamento, non di oscurantismo, ma di educazione nel senso più nobile del termine. E questo lo sanno bene le centinaia di famiglie che, generazione dopo generazione, affidano i propri figli all’Immaculée Conception, certi della qualità formativa e morale che ricevono.
Gli avvocati di Espeso, Thierry Sagardoytho e Vincent Ligney, parlano di “caccia all’uomo” e di cultura gauchista. E probabilmente non si sbagliano. Questo provvedimento infatti non colpisce solo il singolo dirigente scolastico, colpisce tutto il sistema educativo privato cattolico, che da sempre rappresenta un’alternativa di qualità al sistema statale, con risultati che parlano da soli: il 100% di promossi alla maturità non si raggiunge per caso.
Dietro la sospensione di Espeso c’è l’azione di cinque sindacati dell’insegnamento pubblico e privato, che accusano il liceo di non rispettare le “obbligazioni contrattuali” con lo Stato. Quali sarebbero queste violazioni? Corsi di catechismo obbligatori, la censura di certi libri e relatori definiti da un quotidiano della gauche “reazionari”. Ma chi si scandalizza di questo ha mai messo piede in un istituto cattolico? Si sorprende davvero di trovare lì un’educazione che poggia sui valori cristiani? Questi sindacalisti, forse, dimenticano che le famiglie iscrivono i loro figli a scuole cattoliche proprio per quel tipo di orientamento, nel rispetto dei programmi statali.
A difendere Espeso è intervenuto anche Max Brisson, senatore dei Pirenei Atlantici, che ha definito “eccessiva” la decisione dell’accademia. Non a torto. Christian Espeso, che ha retto l’istituto per undici anni con passione e dedizione, non è solo una vittima, è diventato un simbolo. Rappresenta un modello educativo che non si piega all’omologazione imposta da un sistema pubblico che ha smarrito la sua missione educativa e, peggio ancora, la sua anima.
E ora, mentre gli avvocati di Espeso preparano il ricorso al tribunale amministrativo di Bordeaux, quoitidiani come La Croix o la Vie Catholique si chiedono da quando è diventato un crimine insegnare valori morali, oppure orientare alla fede in qualcosa di più grande della sterile neutralità.