Suor Giovanna, don Salvatore e il sindaco Gaetano Manfredi si parlano nella grande sala da pranzo intorno al focolare. Prima della pandemia in quella sala si sentiva il chiasso dei bambini provenienti dal dedalo di stradine che si diramano dalla centralissima via Foria. Ma dall’estate 2020, nella grande sala da pranzo de "La casa delle genti" ci sono adulti bisognosi. Gli ultimi, i senza fissa dimora che attorno a quel grande camino proveranno a sentirsi ‘a casa’.
Non un servizio di accoglienza ma un aiuto. Una mano che anche il comune di Napoli ha voluto tendere ai bisognosi insieme alla parte ecclesiale della città. E lo fa attraverso un finanziamento che consentirà all’opera Comunità delle Genti di proseguire al meglio il suo lavoro di ‘albergo a 5 cuori’. È così che don Salvatore Farì presidente Fondazione “Ritiro di Santa Maria del Gran Trionfo” (proprietaria della struttura) ha definito la ‘Casa delle Genti’. “Un ricovero che lavora insieme alle istituzioni”
Suor Giovanna Pantaleo, Figlia della Carità presidente della Cooperativa “Accoglienza Vincenziana” riceve le segnalazioni e si occupa dei colloqui. “Chi arriva qui non trova solo un letto e un pasto ma incontra delle persone che cercano di riportarlo sulla sua strada - racconta suor Giovanna - spesso l’arrivo della persona è preceduto da una telefonata da assistenti sociali o altre istituzioni. Molto spesso si tratta di persone che finiscono per strada per problemi causati da dipendenze che li hanno allontanati dalla famiglia di origine ma anche di situazioni economiche che il Covid 19 ha ulteriormente peggiorato”.
Con le mani suor Giovanna di tanto in tanto allenta la mascherina per liberare il suo sguardo dal calore che appanna i vetri degli occhiali. Quel velo opaco è lo stesso che il sindaco Gaetano Manfredi insieme all’assessore Luca Trapanese ha voluto cancellare mettendo a disposizione una somma mensile di 10 mila euro affinché la comunità delle Genti potesse continuare il suo lavoro al meglio. Affinché, Napoli, possa davvero dimostrare il suo nuovo tempo, il suo cambiamento che comincia con l’attenzione verso gli ultimi. “Procediamo spediti verso la costruzione di una solida rete di solidarietà che mira al reinserimento nella società di coloro che si sentono esclusi e vulnerabili - ha spiegato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi annunciando in totale 80 posti disponibili per i senza fissa dimora che si trovano sul territorio napoletano - Ma dobbiamo iniziare a capire che da soli non andiamo da nessuna parte fa eco l’assessore Luca Trapanese - e quindi dobbiamo unire le nostre forze con degli enti importanti come la Curia la Caritas”.
La parola ‘insieme’ diventa quindi la chiave per dare il via al progetto che vede una stretta sinergia tra l’arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia, la “Caritas” di Napoli diretta da don Enzo Cozzolino, la Fondazione “Progetto Arca” di Milano, le parrocchie, i movimenti ecclesiali, le associazioni laicali e da oggi anche con il Comune di Napoli. “Lo stare insieme oggi è un’urgenza - spiega don Enzo Cozzolino - i dati sono allarmanti, i nuovi poveri bussano alle porte di tutte le Caritas della Campania ogni giorno sempre più numerosi. Questa realtà che ci fa comprendere quanto sia essenziale non solo lavorare insieme ma soprattutto lo stare insieme”.