Nella parte opulenta della società è assai praticato il digiuno dietetico; in quella veramente povera il digiuno è quotidiano e inevitabile. Il digiuno ascetico, cioè come affermazione del primato dello spirito sulle realtà materiali, è oggi certamente meno sentito fra i battezzati, ma sempre presente e sollecitato dalle norme della Chiesa cattolica, pur tenendo conto delle attuali situazioni e ritmi di vita. Pertanto, è chiaramente affermato che la penitenza è un atteggiamento permanente nella vita del cristiano. Penitenza che si manifesta in modo speciale in alcuni giorni attraverso la comune osservanza del digiuno, accompagnato dalla preghiera, dalle opere di carità e compiendo più fedelmente i propri doveri (cfr. can. 1249). In particolare, l’astinenza dalle carni il venerdì e il digiuno il primo giorno di Quaresima e il Venerdì santo. Sta alla responsabilità di ciascuno compensare con qualche autentica rinuncia ciò che non è stato possibile osservare. È vero che in una società secolarizzata il digiuno della Chiesa non ha molta visibilità, ma non sono pochi coloro che individualmente o comunitariamente vivono la Quaresima con rinunce e gesti di autentica carità.