Dopo la comunione dei Santi, quella dei sacramenti, dei carismi, della carità. Papa Francesco, stamattina, dopo aver acceso la fiaccola delle universiadi che si terranno in dicembre in Trentino, si è rivolto alla folla di piazza San Pietro per ribadire quanto detto già nell'udienza dello scorso mercoledì: «Ricordate?», ha detto il Papa, «ho parlato della comunione dei santi, intesa come comunione tra le persone sante, cioè tra noi credenti. Oggi vorrei approfondire l’altro aspetto di questa realtà: vi ricordate che c’erano due aspetti: uno la comunione, l’unità fra noi e l’altro aspetto la comunione alle cose sante, ai beni spirituali. I due aspetti sono strettamente collegati fra loro, infatti la comunione tra i cristiani cresce mediante la partecipazione ai beni spirituali. In particolare consideriamo: i Sacramenti, i carismi, e la carità».
«I Sacramenti esprimono e realizzano un’effettiva e profonda comunione tra di noi: in essi incontriamo Cristo Salvatore e, attraverso di Lui, i nostri fratelli nella fede. I Sacramenti non sono apparenze, non sono riti, ma sono la forza di Cristo», ha sottolineato il Papa. Ricordando che se la Chiesa "fa" i sacramenti, i sacramenti "fanno" la Chiesa. «I Sacramenti», ha detto Francesco, «ci spingono a essere missionari, e l’impegno apostolico di portare il Vangelo in ogni ambiente, anche in quelli più ostili, costituisce il frutto più autentico di un’assidua vita sacramentale, in quanto è partecipazione all’iniziativa salvifica di Dio, che vuole donare a tutti la salvezza».
Parla della comunione, della cresima, il Papa. Ma anche della confessione invitando i credenti a non spaventarsi di confessare i propri peccati: «Qualcuno potrà dire: “Ma ho paura, perché il prete mi bastonerà”. No, non ti bastonerà il prete; tu sai chi incontrerai nel sacramento della Riconciliazione? Incontrerai Gesù che ti perdona! È Gesù che ti aspetta lì; e questo è un Sacramento che fa crescere tutta la Chiesa».
Ma oltre ai sacramenti ci sono anche i carismi, dono dello Spirito Santo, «una ricchezza "fantasiosa” finalizzata alla edificazione della Chiesa. I carismi – parola un po’ difficile – sono i regali che ci dà lo Spirito Santo... Regali dati non perché siano nascosti, ma per parteciparli agli altri. Non sono dati a beneficio di chi li riceve, ma per l’utilità del popolo di Dio. Se un carisma, invece, un regalo di questi, serve ad affermare se stessi, c’è da dubitare che si tratti di un autentico carisma o che sia fedelmente vissuto. I carismi sono grazie particolari, date ad alcuni per fare del bene a tanti altri».
E, infine, la comunione alle cose sante, «cioè la comunione della carità, la unità fra noi che fa la carità, l’amore. I pagani, osservando i primi cristiani, dicevano: ma come si amano, come si vogliono bene! Non si odiano, non sparlano uno contro l’altro. Questa è la carità, l’amore di Dio che lo Spirito Santo ci mette nel cuore. I carismi sono importanti nella vita della comunità cristiana, ma sono sempre dei mezzi per crescere nella carità, nell’amore, che san Paolo colloca al di sopra dei carismi». Perché, continua il Papa, «senza l’amore tutti questi doni e carismi non servono alla Chiesa, perché dove non c’è l’amore c’è un vuoto che viene riempito dall’egoismo.Vivere l’unità nella Chiesa e la comunione della carità significa non cercare il proprio interesse, ma condividere le sofferenze e le gioie dei fratelli, pronti a portare i pesi di quelli più deboli e poveri».
«Spesso», ha concluso Francesco, «siamo troppo aridi, indifferenti, distaccati e invece di trasmettere fraternità, trasmettiamo malumore, freddezza, egoismo. E con malumore, freddezza, egoismo non si può far crescere la Chiesa; la Chiesa cresce soltanto con l’amore che viene dallo Spirito Santo».
E con questo amore, il Papa ha invitato a pregare per una bambina malata che è andato a visitare prima di recarsi all'udienza. «Facciamo un atto d'amore per Noemi», ha detto papa Francesco, «e in silenzio chiediamo che il Signore la aiuti in questo momento e le dia la salute».