Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 16 marzo 2025
 
 

«La Chiesa? Troppo ricca e zitta»

15/10/2012  Parla il gesuita padre Bartolomeo Sorge: «Il Vangelo chiede più profezia. Speriamo che l'Anno della fede porti a riprendere con slancio il rinnovamento rimasto fermo a metà».

È sensazione diffusa che il rinnovamento della Chiesa, iniziato con il concilio Vaticano II, oggi sia interrotto. Troppi,nella Chiesa, preferiscono ancora il vino e gli otri vecchi a quelli nuovi. Lo stallo attuale è dovuto soprattutto alla mancata realizzazione dello “spirito di collegialità”, che è il lascito più importante del Concilio. Manca, nella Chiesa, un vero dialogo: dei vescovi con la Curia romana, delle comunità locali con i loro pastori e, più in generale,della gerarchia con i fedeli laici... Si decide ancora tutto dall’alto. Perciò, al posto della parresia evangelica, crescono nella Chiesa il silenzio e il disinteresse dei fedeli. Non parla più nessuno.


Eppure, oggi più che mai, è necessario che vi sia nella Chiesa un dialogo, aperto e sincero, condotto con amore e stima vicendevoli. Infatti, per la nuova evangelizzazione, più che di decisioni prese dall’alto, c’è necessità di discernimento comunitario; più che di nuove strutture di Curia, c’è bisogno di testimoni, di laici maturi e responsabili. Certo, ai fini dell’evangelizzazione, è importante che la Chiesa collabori lealmente con le istituzioni politiche: ma perché continuare a riporre la fiducia nella diplomazia, nei Concordati, nello scambio di ambasciatori, nelle indebite pressioni sui Governi?

Il Vangelo chiede profezia non diplomazia. La forza della Chiesa sta nella parola di Dio, nellasantità dei fedeli, nella predilezione per i poveri, non nel favore dei ricchi e dei potentidi turno o nella protezione dei poteri forti. La Chiesa del Concilio è una Chiesa libera. 

Certo, ai fini dell’evangelizzazione, l’uso dei beni è necessario. Ma con quale credibilità la Chiesa porterà al mondo la “buona notizia”di Dio che, per salvarci, si fa povero e sceglie i poveri, se le istituzioni ecclesiastiche gestiscono banche e giocano in Borsa? Se chi annunzia il Vangelo vive in palazzi simili a regge? La Chiesa del Concilio è una Chiesa povera.

Con quale coerenza la Chiesa esorta i fedeli a partecipare all’Eucaristia, memoriale della Pasqua, se poi ne offusca la trasparenzacon cerimonie pompose, abbigliamenti sfarzosi e ornamenti ricchi e preziosi? La Chiesa del Concilio è una Chiesa profetica

Auspichiamo, quindi, che l’Anno della fede,indetto per il 50° del Concilio, porti a riprendere con slancio il rinnovamento rimasto fermo a metà. La Chiesa siamo noi, peccatori, sempre bisognosa perciò di riforma; ma è fondata in Cristo, quindi sempre santa e madre di santi. Ecco perché siamo fiduciosi: nonostante tutto, il cammino del Concilio continua.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
16

Stai visualizzando  dei 16 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo