Agricoltura, ambiente e turismo: sono i settori dei Paesi in
via di sviluppo di cui si occupa l'ong Tamat, composta da esperti e
professionisti, referenti del mondo universitario, volontari e studenti,
realizzando prevalentemente dal 1995 progetti di cooperazione internazionale e
decentrata. Discorso diverso, invece, per il fronte italiano, dove si punta più
forte sull'educazione allo sviluppo nel segno dell'interculturalità e della
sensibilizzazione sulle problematiche che interessano il Sud del mondo. All'estero
i progetti di sviluppo di Tamat perseguono innanzitutto obiettivi di
sostenibilità economica, sociale e ambientale: le prime beneficiarie devono
essere le popolazioni locali a cui, in cambio, si "richiede" un
coinvolgimento quanto più diretto possibile. Dal confronto, anzi, emergono
esigenze e si prospettano soluzioni più idonee alle specifiche esigenze della
comunità: combattere la povertà non è l'unico motore dei progetti, ma c'è anche
un aspetto più legato alla diffusione della consapevolezza dei proprio diritti,
della propria dignità. In un contesto differente come quello italiano,
l'organizzazione ha fatto delle scuole il teatro per le proprie iniziative:
dagli incontri in aula con docenti e alunni sono nati gli spunti per affrontare
la questione delle discriminazioni, dei pregiudizi, dei luoghi comuni da
sfatare.
Raccontiamo qui, a titolo
esemplificativo il caso dei progetti che Tamat porta avanti in Bosnia,
cominciati all'indomani della fine della tragica guerra civile nel novembre del
1995 con gli accordi di Dayton. Questi accordi hanno "congelato" una
situazione di compromesso che però non ha risolto del tutto i gravi problemi e
le divisioni etniche sorte durante la guerra. Il processo di normalizzazione è
strettamente legato alla ripresa dello sviluppo economico soprattutto delle
aree rurali, dove le potenzialità del territorio, in special modo
nell'Erzegovina, permettono di
creare piccole attività agricole familiari. Servono però gli strumenti idonei e
qui si inserisce il ruolo di Tamat che con il progetto "Ruralia", in
corso nella municipalità di Stolac e cofinanziato dal Ministero degli affari
esteri, intende accompagnare e favorire l’imprenditoria femminile in campo
agricolo. Secondariamente è prevista anche l’inclusione di 10 soggetti svantaggiati
(persone con disabilità fisiche o mentali) che parteciperanno al progetto
pilota. Partner locale del progetto è la Cooperativa di donne
"Hercegovka" e in Italia l'Associazione "Arcs".
L'attività di sostegno si
concretizza innanzitutto nell'individuazione dei fabbisogni formativi e
strumentali attraverso attività di focus group a cui partecipano le donne della
Cooperativa; completata la formazione tecnica e gestionale, si procede con
l’acquisto di macchinari, strumenti e input, per aumentare la produzione dal
punto di vista quali-quantitativo e per realizzare produzioni agroalimentari
(marmellate, succhi, oli essenziali). Una filiera che con le conoscenze
acquisite dovrebbe essere in grado non solo di sostenere autonomamente il
progetto, ma di posizionarsi al meglio dal punto di vista
"strategico" su un mercato in cui comunque la concorrenza non manca.
Il progetto intende rafforzare lo sviluppo della cooperativa
Hercegovka in vista di un suo ampliamento e di un conseguente beneficio per un
numero più vasto di socie (e, indirettamente, per l’intera comunità di Stolac).
Contemporaneamente, esso mira all’attivazione di un progetto pilota di
agricoltura sociale per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate di cui
saranno responsabili in prima persona le socie stesse. L’intervento intende
rispondere a tre problematiche: la domanda di occupazione (in particolare delle
donne), la riattivazione di un processo di sviluppo locale, l’inclusione
sociale.
Patrizia è appena tornata da un nuovo viaggio in Bosnia. Non ci andava dalla scorsa estate. Ecco cosa ha visto per noi. «Oggi piove a Stolac. È strano dopo 4 mesi di siccità
straordinaria, vedere l'acqua che bagna i campi e le piante assetate. Sembrava
di stare in Africa la scorsa estate in Erzegovina, anche 48 gradi all'ombra.
Conferme del clima che cambia. Qui in Bosnia Erzegovina l'Organizzazione non
governativa italiana Tamat è presente dal 1998, tre anni dopo la fine della
tragica guerra civile che ha straziato i paesi della ex-Jugoslavia.
Di anno in anno per fortuna le cose stanno migliorando anche
se a piccoli passi e ancora tanto c'è da fare, specialmente nelle aree rurali,
dove i segni della guerra si vedono ancora sui muri delle case.
Aspettiamo che finisca di piovere nella sede della
cooperativa Herzegovka lavorando, con le donne socie della cooperativa, al
confezionamento delle marmellate fatte con la frutta raccolta nei terreni delle
piccolissime aziende a conduzione familiare dei membri della cooperativa».
«Domani il fiume Bregava che bagna la piccola cittadina di
Stolac sarà di nuovo pieno di acqua e sarà possibile testare il tour in canoa,
da proporre per il prossimo anno, che permette di partire dalle sorgenti della
Bregava, nella vicina "Repubblica Serba di Bosnia" e arrivare, dopo
oltre 18 km immersi nella natura, alla confluenza della Neretva, lo splendido
grande fiume che passa sotto il famoso ponte di Mostar.
Chi è stato a Medjugorje conosce bene le bellezze sia
naturali che architettoniche di queste parti. Infatti tutto il turismo
religioso che passa per Medjugorje prevede almeno una giornata nella vicina
Mostar, dove nel 2004 è stato ricostruito l'antico splendido ponte grazie agli
aiuti internazionali; da allora circa un milione e mezzo di persone arrivano
qui, senza però sapere che tante altre cose si possono fare e vedere, non solo
la passerella sul ponte e le foto di rito! Con l'attuale progetto
"Ruralia", cofinanziato dalla Direzione Generale Cooperazione allo
Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, italiano, Tamat sostiene la
cooperativa Herzegovka con l'obiettivo di incrementare il reddito delle socie,
proveniente, per la maggior parte, dal lavoro nei loro piccoli appezzamenti di
terreno. Le attività previste sono molteplici tra le quali: acquisto di
macchinari, formazione, supporto tecnico fornito da agronomi locali e italiani,
supporto per la vendita dei prodotti, tramite azioni di marketing, acquisto di
materiali per un packaging di qualità come etichette, bottiglie di vetro,
confezioni.
«Un distillatore a legna è stato acquistato con i soldi del
progetto proprio per la produzione di pregiati oli essenziali che si utilizzano
per vari scopi medicinali e cosmetici. Prossimo passo sarà anche quello di fare
dei tradizionali saponi artigianali con i profumi della natura.
Con il forno disidratatore, sempre comprato dal progetto
"Ruralia", invece si stanno essiccando pomodori, melanzane, mele,
fichi e altra frutta e verdura che così potranno essere utilizzate in inverno.
Chi ha avuto la fortuna di assaggiare i prodotti
dell'Erzegovina, avrà ritrovato i genuini sapori delle cose fatte tempi
addietro, e non può non dimenticare le marmellate e il vino che con la sinergia
di idee, tradizione e passione tra gli esperti di Tamat e le donne
agricoltrici, si arricchiscono di interessanti combinazioni di gusti, come la
splendida marmellate di pesche con fiori di lavanda, i fichi secchi con le
mandorle, il succo di melograno, il vino alle visciole, e non continuo per non
farvi venire l'acquolina in bocca!».