Il primo ad essere visibilmente sorpreso è stato il cerimoniere, monsignor Guido Marini. Aveva accompagnato il papa fin al confessionale a lui riservato. Tutto pronto: la fila di fedeli in attesa del proprio turno, il giusto clima di raccoglimento, i canti di sottofondo, altri 61 preti pronti ad amministrare il sacramento della Riconciliazione. Ma Jorge Mario Bergoglio ha deciso altrimenti. E ha puntato deciso un altro confessionale, inginocchiandosi faccia a faccia di fronte a un sacerdote. Il Papa ha dato l'esempio confessandosi lui per primo.
In diretta Tv ha voluto ribadire quanto predica da sempre. Siamo peccatori. Anche il Papa lo è. Ma Dio è più grande del peccato. Il Signore fa nuove tutte le cose. Non è retorica. E' una realtà. Perchè dia frutti ci vuole l'umiltà dell'uomo e della donna: riconoscere le proprie fragilità, ammettere limiti ed errori spalanca la porta del cuore. Solo così la Grazia può redimere e salvare. Siamo un intreccio di grandezza e povertà. Quel Papa in ginocchio davanti al confessore ha svelato la vocazione all'infinito che noi, impasto di polvere, portiamo iscritta nel cuore.