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sabato 12 ottobre 2024
 
sostenibilità e ambiente
 

Per Famiglia Cristiana i giovani dei Fridays For Future italiani dell'anno 2019

31/12/2019  Quest'anno il tradizionale riconoscimento che il settimanale assegna a un personaggio particolarmente significativo ha assunto una rilevanza collettiva ed è andato ai ragazzi che sono scesi in piazza contro il riscaldamento climatico. "La loro grinta e la loro positività devono spingere gli adulti a prenderli sul serio e ad aiutarli a costruire un domani migliore, più sicuro", scrivono nell'editoriale dell'ultimo numero dell'anno il direttore Antonio Rizzolo e il condirettore Luciano Regolo.

(Nella foto qui sopra: la manifestazione dei Fridays for Future a Milano il 29 novembre 2019).

 

 

«Cari giovani, non siete il futuro, ma l’adesso di Dio. Gesù vi chiama ad alzarvi in piedi e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato». È anche pensando a queste parole del Papa alla Messa conclusiva della Gmg, proprio all’inizio del 2019, che abbiamo scelto i ragazzi dei Fridays for Future (FFF) come i nostri  “Italiani dell’anno”. La loro grinta e la loro positività devono spingere gli adulti a prenderli sul serio e ad aiutarli a costruire un domani migliore, più sicuro.

Questo movimento, forse oltre la consapevolezza dei protagonisti, dice qualcosa di importante al nostro tempo, richiamando l’attenzione su vari mali che sembrano lasciare indifferenti i potenti della Terra, con l’eccezione del Papa, fin dalla Laudato si’, la sua seconda enciclica (2015). Sembra che non si colgano la portata e l’urgenza della minaccia ambientale e climatica e lo dimostra anche il recente fallimento del vertice sul clima di Madrid, chiusosi senza alcun impegno degli Stati su misure concrete nel taglio delle emissioni inquinanti. I ragazzi “FFF” ci invitano a cambiare stile e modelli di vita se non vogliamo che il riscaldamento globale distrugga l’ecosistema e travolga noi tutti. Certo, a volte questi ragazzi formulano proposte radicali o confuse. Faticano a infilare la strada della concretezza, ma sarebbe comunque un errore non ascoltarli e non provare a dare corpo al loro bisogno di incidere positivamente sul domani. Pagano già le conseguenze delle catastrofi climatiche i soggetti più deboli, come le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, i lavoratori a basso reddito, o chi ha la sfortuna di vivere in zone più esposte ai rischi provocati dal riscaldamento globale, come l’innalzamento dei mari e l’inquinamento. Per molti di loro, l’unica via resta quella di emigrare con tutto un carico di dolore, pericolo e incertezza.

Nell’anno che ci lasciamo alle spalle i ragazzi delle “3 F”, sulla scia di Greta Thunberg, hanno invaso le piazze d’Italia e del mondo. In fondo, è la prima volta dal 1968 che i giovani si organizzano per protestare contro il mondo alterato e imposto dagli adulti.

Questi ragazzi hanno colto che c’è un nesso tra la questione climatica e l’umano, nel segno di quell’«ecologia integrale» più volte richiamata dal Papa. Ecco perché, al netto dei catastrofismi, vanno presi sul serio. Francesco lo fa da tempo. Nella lettera ai giovani di tutto il mondo che accompagnò, due anni fa, la presentazione del documento preparatorio del Sinodo riunitosi nell’ottobre 2018, il Papa scrisse: «La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede, perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido». Già poco dopo la sua elezione a Pontefice, il 23 marzo 2013 Francesco, aveva esortato i ragazzi: «Non lasciatevi rubare la speranza».

Uno sprone il cui spirito non è difforme da quello della senatrice Liliana Segre, nostra Italiana dell’anno 2018, cui abbiamo chiesto di rivolgere un messaggio ai ragazzi FFF suoi “successori”: «Ragazzi, la vita è meravigliosa, difendetela sempre. Non arrendetevi, il pianeta è nelle vostre mai e potete salvarlo». Le immagini di questi giovani sorridenti, con i loro slogan ironici ma chiari, nelle piazze d’Italia, sembrano la migliore cartolina d’auguri per l’anno che sta per aprirsi: lasciamoci contagiare dalla voglia di cambiare le cose di questi ragazzi.

 
 
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