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venerdì 24 marzo 2023
 
 

«La crisi ecologica è anche una crisi spirituale»

11/06/2015  Lo ha detto Nicolas Hulot, giornalista e scrittore francese, intervenendo con il cardinale Gianfranco Ravasi a una sessione del Cortile dei gentili appositamente organizzata in occasione della giornata dedicata alla presenza della Santa Sede.

La provocazione – com'è tradizione per il Cortile dei Gentili – arriva, sorprendentemente, proprio da un laico. Nicolas Hulot, giornalista e scrittore francese, da diversi decenni in prima linea nei dibattiti sull’ecologia, membro del Comitato che ha l'incarico di preparare la conferenza Onu sui cambiamenti climatici del prossimo dicembre a Parigi, lo dice chiaramente: «La crisi ecologica e ambientale che stiamo vivendo è anche una crisi spirituale e antropologica. Non possiamo lasciare i temi dei cambiamenti climatici e dalla custodia del pianeta solo agli scienziati e agli economisti. Non ce lo possiamo permettere. Ci vogliono le religioni. E la Chiesa cattolica è maestra su questo. Serve una condivisione degli intenti tra credenti e non credenti e ridefinire gli obiettivi della tecnologia».

Per il National Day della Santa Sede all'Expo il cardinale Ravasi – che nel suo intervento parte proprio dalla mano tesa offerta da Hulot – ha voluto organizzare un'edizione speciale del “Cortile” per discutere dei volti della terra. A moderare è Monica Maggioni direttore di Rainnews24. Si cita San Francesco e quel “Laudato si'” che dà anche il titolo alla prossima enciclica del Papa sull'ambiente. Il tema del dibattito sta in una domanda: la Terra è spazio da occupare o possibilità per camminare insieme? Dalla risposta a questo interrogativo dipende il futuro del mondo: la fame dei popoli, il dramma delle migrazioni, i conflitti legati all'acqua, il giusto utilizzo delle risorse naturali. Negli ultimi decenni, ricorda Hulot, «circa 4 milioni di ettari sono stati desertificati e resi improduttivi. Da qui al 2050 se ci mettiamo insieme possiamo scongiurare una desertificazione ulteriore e la distruzione del pianeta». Ma non bastano azioni, che pure sono già in atto, ma un cambio di prospettiva e di mentalità. Che interpella tutti: le religioni, la politica, le società, i singoli. Lo ricorda il cardinale Scola: «Non è un caso che tutti i Papi, da Paolo VI in poi, hanno sottolineato che l'autentica ecologia è integrale: umana e ambientale».

Il “Cortile” è aperto da Giuliano Amato, che nel suo intervento coniuga utopia e realtà concreta: «Non basta», avverte, «essere buoni. Si deve anche essere capaci di organizzare la vita collettiva e individuale perché siamo tutti componenti di un'unica famiglia umana». Poi aggiunge: «C'è un filosofo che in Italia ripete continuamente che vincerà la tecnica. Ma tutto ciò che è tecnicamente fattibile non significa che può essere fatto. Ne va della salvezza stessa dell'uomo e del pianeta». Nicolas Hulot ha ritmo, non cede al pessimismo o allo sconforto, non disegna scenari millenaristici: «Da 25 anni siamo in nuova era geologica. Ora è il turno dell'antropocene, l'era dell'umanita», spiega, «questo è un momento decisivo: l'umanità può risvegliarsi e capire o cedere alla tentazione della distruzione». Ravasi invita a riscoprire il volto dell'uomo «come “economo della natura”, ossia capace di governare la casa comune del mondo che va custodita e non distrutta. È il sendo dell'invito di Dio all'uomo che in Genesi lo invita a “coltivare e custodire il giardino”».

L'ultimo pensiero è per la Conferenza Onu sul clima di Parigi che non può, rimarca Monica Maggioni, risolversi con un nulla di fatto. «Dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale di 2 gradi: rinunciare a energie fossili e fare accordi vincolanti con i Paesi», dice Hulot.

 
 
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