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sabato 26 aprile 2025
 
giorno 6
 

Sull'isola di Cipro ispirati da San Paolo

20/11/2022  Nel capitolo 13 degli Atti degli Apostoli il senso del primo viaggio missionario dell’Apostolo delle genti, quello di annunciare la Parola di Dio. Sull’isola, divisa politicamente a metà dal 1974, abbiamo visitato il monastero di San Neophytos, il Parco archeologico di Paphos e la Chiesa di Panagya Chrystopolitissa con la colonna della flagellazione di San Paolo

19 novembre 2022

«Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori. […] Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: “Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati”. Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire. Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là salparono verso Cipro. Giunti a Salamina, annunciarono la Parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei».

Nell’autobus che ci ha portati dal porto di Limassol, sull’isola di Cipro, verso il monastero di san Neofito, è stato letto questo brano del capitolo 13 degli Atti degli Apostoli in cui viene ricordato il senso del primo viaggio missionario di san Paolo, quello di “annunciare” la Parola di Dio. Ispirati da Paolo, ci siamo immersi nella realtà di questa bellissima e accogliente isola.

La nostra guida ha ricordato che Cipro è dal 1974 divisa politicamente in due parti dal muro eretto nella capitale Nicosia, che separa la parte orientale, in mano a un governo di nazionalità turca riconosciuto però a livello internazionale solo dalla Turchia, e la parte greca dell’isola, con un governo indipendente.

Tornando a Neofito di Cipro – chiamato anche San Neophytos o Neophytos il Recluso – questi è stato un monaco ortodosso originario di Cipro, una delle figure più significative della Chiesa dell’isola, vissuto nel XII sec. Rifiutata la possibilità di convolare a giuste nozze con una ragazza del luogo perché sentiva dentro di sé la chiamata alla vita monastica, nel giugno del 1159 si recò nella zona collinare sopra la città di Pafo, dove abitò una grotta usata da un precedente eremita. Vissuto in fama di santità, è ancora oggi luogo di visita per molti pellegrini, fra cui possiamo annoverare anche noi di Famiglia Cristiana. Stupenda la chiesa dove i monaci officiano la preghiera e i dipinti murali nella grotta del santo.

Qualche acquisto nel negozio del monastero ha concluso questa prima parte della visita guidata. Siamo poi scesi a Pafo, la cittadina portuale che conserva straordinari resti antichi. Abbiamo visitato il luogo in cui Paolo, dopo aver predicato la libertà in Cristo, venne flagellato, simboleggiato da una colonna che si trova in quella che si ritiene essere l’agorà di Pafo. Rovine antiche che ancora testimoniano la grandezza della civiltà greca. Ci siamo poi recati nel parco archeologico di Nea Paphos, non lontano dalla costa, fondata nel IV sec. a.C. e contenente stupendi mosaici colorati che un tempo decoravano le abitazioni dei ricchi possidenti della zona e che richiamano i miti dell’antica Grecia.

Essendo l’isola stata conquistata anche dai romani, non mancano vestigia pure di quell’epoca, come altrettanti mosaici che, di stile differente, richiamano quelli, stupendi, di Piazza Armerina, in Sicilia. Tornati alla nave stanchi ma grati per aver contemplato tante meraviglie, ¬alle 16 abbiamo celebrato la Messa nella discoteca della nave, al ponte 12, godendo di una vista stupenda su Limassol, mentre il sole già rapidamente tramontava sull’isola.

Dopo cena la nave è ripartita per Gerusalemme, la tappa che vivremo domenica 20, solennità di Cristo Re, ultima del Tempo Ordinario.

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