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martedì 08 ottobre 2024
 
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«La denatalità è un problema di speranza e fiducia»

13/04/2016  Non si tratta solo di un problema demografico e sociologico spiega Gigi De Palo presidente del Forum delle Associazioni familiari: «Chi si sposa e fa un figlio, nonostante tutto, sta dicendo al mondo che qualcosa può sempre cambiare».

Da una recente ricerca emerge che il principale disagio dei giovani di oggi riguarda il lavoro e la conseguente permanenza in famiglia in un’età in cui i coetanei stranieri sono già fuori casa. Ne parliamo con Gigi De Palo, giovane presidente de Forum delle Associazioni familiari. Padre di  quattro figli commenta con noi i dati del Rapporto Toniolo sui giovani. In particolare quelli relativi alla voglia di famiglia e figli.

- Quali sono le responsabilità della politica riguardo il fenomeno ingiustamente chiamato dei "bamboccioni"?

«Premetto che non amo trovare capri espiatori, tuttavia credo che la politica italiana negli ultimi 40 anni abbia delle grandi responsabilità. Abbiamo dimenticato quella solidarietà intergenerazionale che è alla base della dottrina sociale della chiesa. Le generazioni passate, in buona fede, per carità, si sono mangiate e continuano a mangiarsi il futuro dei loro figli e nipoti. Oggi questi nodi stanno venendo al pettine».


- In questa crisi economica anche mettere al mondo un figlio sembra uno sforzo eccessivo ma il rapporto mostra segnali di maggior fiducia. Di cosa hanno bisogno i giovani per superare la paura?

«Hanno bisogno di sentire che il loro Paese ha fiducia in loro e che fa il possibile per aiutarli a realizzare i loro sogni. Se così fosse, automaticamente avremmo più famiglie e più figli. Oggi due giovani che si sposano e mettono al mondo un figlio o sono due eroi o sono due incoscienti...»

- Si parla molto  anche del fenomeno dei Neet (i giovani che non lavorano e non studiano). Solo la famiglia d’origine sembra e può supportarli?

«Oggi essere un giovane in Italia non è per niente facile: senza lavoro, senza prospettive, senza possibilità di realizzare i propri desideri... Per fortuna, ancora una volta, la famiglia si conferma l’unica ancora di salvataggio. Immaginiamo se non ci fosse questo ammortizzatore sociale silenzioso. Com’è per i disabili, per i malati, per gli anziani la famiglia è costretta ad inventarsi un welfare privato ed autosufficiente, visto che quello pubblico riduce sempre di più la sua presenza e la sua efficacia».

- Cosa propone il Forum delle associazione familiari?


«Noi continuiamo, nonostante tutto, ad avere fiducia nel nostro Paese, per questo chiediamo con forza che il governo e la società nel suo insieme mostrino di voler provare a vincere la sfida del futuro: la denatalità non è solo un problema sociologico, legato alle nascite, ma un problema di speranza e di fiducia. Noi proponiamo poche cose, ma molto concrete: un fisco più equo per le famiglie, continuare ad investire sul lavoro giovanile, ragionare seriamente su un piano famiglia che supporti la natalità e politiche abitative per le giovani coppie. Investire nella famiglia fa risparmiare».

- Cosa pensi del dato che emerge dal Rapporto Toniolo che segnala la preoccupazione dei giovani verso un’immigrazione che peggiora la situazione del Paese?

«È una guerra tra poveri. Comprendo le preoccupazioni, ma non le condivido. Ormai ogni anno anche centomila giovani neolaureati italiani emigrano all'estero provando a realizzare i loro sogni. La situazione nel Paese non la peggiorano gli immigrati, ma la rassegnazione in cui siamo caduti. Chi si sposa e fa un figlio, nonostante tutto, sta dicendo al mondo che qualcosa può sempre cambiare».

 
 
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