Preservativi, cartine e filtri per le sigarette distribuiti davanti a una scuola media: è la surreale scena a cui hanno assistito alcuni genitori degli studenti dell’Istituto di Via Col di Lana a Roma, a pochi passi dalla sede Rai di Viale Mazzini. Tra questi anche Agostino Penna, musicista, attore e vincitore dell'edizione 2016 di Tale e Quale show, che ha una figlia di 12 anni che lì frequenta la seconda media, e che lunedì scorso, incuriosito dal capannello di ragazzini tra il divertito e l’imbarazzato, si è fatto mostrare gli oggetti che erano stati loro appena consegnati dalla mascotte di una catena di locali di kebab, presente da tempo sia nella capitale sia a Milano.
«Non ho fatto in tempo a fermarli, ma quando ho aperto lo scatolino griffato con il marchio del locale non credevo ai miei occhi: c’erano una confezione di caramelline dall’aspetto equivoco, cartine, filtri, fiammiferi, tutto l’occorrente ovvero per prepararsi una sigaretta, un preservativo e una pubblicità con chiare allusioni a sfondo sessuale: con il kebab “patatina gratis”. Ho subito avvisato i professori, e so che la preside si è già adoperata per denunciare il fatto in procura. Il giorno dopo si è verificato un fatto altrettanto grave. In aperta violazione con la legge della privacy, che tutela in particolare i minorenni, la scena che era stata ripresa da una videocamera è stata oggetto di stories nei social della catena di locali. Già come genitori è molto difficile provare ad arginare l’abuso dei social da parte dei figli, che poi questi vengano strumentalizzati per fare business contro ogni regola morale e legale è davvero troppo. Sicuramente quanto accaduto sarà oggetto di discussione in famiglia e a scuola. E spero anche perseguito penalmente».
La catena dei locali è di proprietà di Gianluca Vacchi, imprenditore molto noto per i suoi atteggiamenti eccentrici. Non è la prima volta che dei locali ricorrono a queste “strategie” di marketing aggressive e provocatorie. È noto che già nei mesi scorsi la distribuzione di questi gadget avvenisse fuori dai punti di ritrovo dei ragazzi. Ma arrivare con determinati gadget davanti a una scuola media ha inevitabilmente suscitato lo sdegno e la preoccupazione di genitori e insegnanti.