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sabato 14 settembre 2024
 
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«La disabilità non può toglierci i sogni e lo spazio che meritiamo»

03/12/2020  Parla la  campionessa paralimpica di nuoto Giusy Barraco, derubata il mese scorso della sua carrozzina: «Ognuno decide della sua vita, se fermarsi e piangersi addosso o lottare e andare avanti»

Giusy Barraco in scena con le attrici in “Pina volante a muso duro”
Giusy Barraco in scena con le attrici in “Pina volante a muso duro”

Erano i primi di novembre quando nella casa in provincia di Trapani le hanno rubato la carrozzina. Giusy Barraco, quarantunenne campionessa paralimpica di nuoto, non ci poteva credere. «Rubarmi la carrozzina è stato come rubarmi le gambe e i miei ricordi. In casa non hanno toccato altro, solo quella». Lo sfogo sui social e, subito, la solidarietà di tanti da tutta Italia. Due giorni dopo quando le si è rotta la carrozzina “ufficiale” ha pianto ma un imprenditore del Molise, il dottor Rino Morelli, gliene ha regalata una nuova.

Quando la raggiungiamo al telefono Giusy ha un filo di voce. «La malattia che mi affligge da quando sono bambina ha pensato di farmi un nuovo “regalo”: una paralisi progressiva delle corde vocali». Giusy da quando è piccola è affetta dalla Charcot-Marie-Tooth o CMT nota anche come Neuropatia motorio-sensitiva ereditaria. Una malattia rarissima che comporta tante complicanze e quest'ultima, per lei che si definisce una chiacchierona, è l'ennesima sfida. «Esattamente come quando il medico che mi segue mi disse: “non fare più immersioni”. La mia risposta fu perentoria: “Lei sa che io faccio il contrario di quello che mi viene detto”. Perché la vita va vissuta sennò sarei a casa solo ad aspettare il peggioramento».

E Giusy lo sa. Lei che ha «una fede incrollabile che mi aiuta tanto e rappresenta un legame, forza». Devota alla madonna di Lourdes, ha conosciuto suo marito «Quattro anni fa, da lì è iniziato il nostro percorso. Ci siamo sposati e io oggi vivo ogni giorno come moglie e donna». E poi il lavoro: «Fino a 4 anni fa lavoravo e questo mi faceva sentire utile. Poi purtroppo il contratto è scaduto e adesso sono a casa. Le mie giornate trascorrono tra la palestra e la carrozzina». Ma Giusy non si da per vinta: «È nato un progetto teatrale “Pina volante a muso duro” che racconta la mia vita grazie a due attrici bravissime Martina Calandra e Giordana Firenze e al regista Giacomo Bonagiuso che ha creduto nel progetto e mi ha aiutato a portarlo avanti. A lui ho detto: «Non voglio che si racconti il pietismo, ma che lo spettacolo sia un momento di riflessione in cui si può anche ridere. Di spensieratezza perché nella mia vita c'è la malattia, ma ci sono anche la conversione, lo sport, la danza e il teatro. E io sono diventata una nuova Giusy: in scena recito e danzo».

L'amore di Giusy per il ballo
L'amore di Giusy per il ballo

Lo sport... Campionessa paralimpica italiana per quattro anni dal 2013- 2017; specialità dorso e stile libero: «Il nuoto è arrivato in un momento difficile della mia vita. Avevo subito mobbing per la disabilità sul lavoro “stai a casa che sei inutile” mi dicevano. Io sentivo che nella società non c'era spazio per chi ha difficoltà. Un giorno un'amica mi ha detto “Vieni in piscina” e mi ha convinto. Inizialmente non mi piaceva, io ho bisogno di adrenalina e di mettermi in gioco. Amo l'acqua, ma la temo per le problematiche che ho. Così ho messo la cintura, mi sono “impacchettata” per entrare in acqua. L'istruttore mi ha guardato e mi ha chiesto: “Ma dove vai?”. Mi ha fatto togliere tutto e io ho pensato fosse pazzo». Ma poi Giusy ha visto che galleggiava: «Man mano che facevo le lezioni arrivava l'entusiasmo. Quando ho iniziato a camminare, grazie a quei passi sono ritornata bambina. E ho urlato: “Ce l'ho fatta! Cammino!”». Da lì è iniziata l'avventura con il nuoto «Io e l'acqua una cosa sola. Il mio corpo c'era, rispondeva a quel che chiedevo. Io in acqua mi sento libera, mi separo dalla sedia e mi sento un pesciolino. Perché in acqua siamo tutti uguali».

Talmente uguali che quando sa che la nostra chiacchierata uscirà in occasione della giornata internazionale per le persone con disabilità commenta: «Sono contenta. La mia testimonianza è quella di una donna che, come tante altre, lotta con la disabilità. Io non mi sento diversamente abile, ma una come tante». E aggiunge: «Accettare significa arrendersi; io lotto contro questa malattia che non si sa cosa ti può riservare. Io ci convivo e combatto perché non voglio che nessuno ci consideri “scarti della società”, ma uomini e donne con le tante capacità che abbiamo». La disabilità non può togliere «La parte maschile e femminile di ognuno di noi. Lottiamo per i nostri sogni perché siamo noi a decidere della nostra vita: se lottare e andare avanti o fermarsi e piangersi addosso. La disabilità non può toglierci i sogni e lo spazio che meritiamo». Tanto che oggi Giusy si sta allenando per partecipare a Ballando con le stelle dove è stata invitata dopo essere stata ospite di Marco Liorni a Italia sì che, sapendo della sua passione per la danza, l'ha aiutata a realizzare questo sogno mettendola in contatto con la redazione di Milly Carlucci: «Mi sto allenando duramente» come sempre del resto! «È un'emozione grandissima e una felicità immensa. Spero di essere in grado di salire su quel palco».

(Nella foto in alto Giusy Barraco, 41 anni, stringe le medaglie d'oro vinte per quattro anni di fila - tra il 2013 e il 2017 - nelle specialità dorso e stile libero)

 
 
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