Oggi si fa chiamare Somaly Mam, ma questa indomita donna cambogiana non ricorda il suo vero nome e nemmeno la sua età precisa. Aveva circa 12 anni, quando fu costretta a subire ripetuti abusi sessuali nel piccolo villaggio rurale di Pnong, per poi essere venduta ai bordelli della capitale, Phnom Penh.
Per un decennio Somaly Mam ha vissuto la realtà abominevole dello sfruttamento sessuale dei minori. Imprigionata, torturata, stuprata, minacciata di morte. Quando è riuscita a scappare, Somaly Mam ha deciso che la sua sofferenza sarebbe servita per salvare bambine e ragazze che avevano conosciuto il suo stesso destino.
Si stima che al mondo esistano ancora 30 milioni di schiavi. Di questi, sono ben 2 milioni i minori e le donne venduti ogni anno nel "mercato" della schiavitù sessuale. Per questa ragione Somaly Mam ritiene che la sua vicenda personale sia importante solo nella misura in cui riuscirà a dare voce ai senza voce, garantendo loro non solo la libertà dallo sfruttamento, ma soprattutto la possibilità di un futuro e una vita normali.
Tornata in Cambogia dopo aver trovato rifugio in Francia, Somaly Mam lavorava come infermiera per Medici Senza Frontiere, quando riuscì a liberare una ragazza da un bordello. Ne seguirono molte altre ancora.
Nel 1996 Somaly fondò la Ong AFESIP (Agir Pour les Femmes en Situation Précaire): da allora si stima che, solo in Cambogia, siano state salvate 4 mila tra donne, ragazze e bambine. Nel giro di 10 anni AFESIP è riuscita a costituire un vero e proprio network di organizzazioni non profit che opera in tutto il Sudest asiatico. Nel 2007, grazie all'intervento di due giovani filantropi statunitensi, Nic Lumpp e Jared Greenberg, è nata la Somaly Mam Foundation, che raccoglie fondi e svolge campagne di sensibilizzazione contro la tratta di esseri umani per fini sessuali.
"Bastano 5 minuti per salvare una ragazza da un bordello, ma ci vogliono 5 anni per curarla", ama ripetere Somaly Mam. Perciò la riabilitazione dalla schiavitù sessuale segue un approccio multidimensionale e personalizzato: emotivo-psicologico, sanitario, educativo ed infine economico-professionale. Nei centri di riabilitazione si vive in un clima familiare, dove le vittime di sfruttamento possono convincersi che la propria vita ha un valore e un futuro diverso è possibile.
In particolar modo, l'attività di AFESIP e della Fondazione sono volte a sradicare il nesso tra estrema povertà e sfruttamento sessuale, favorendo l'avviamento professionale delle ospiti dei centri. Inoltre, dal 2007, la Somaly Mam Foundation ha lanciato il programma "Voices for Change" che coinvolge in prima persona le ragazze ospitate nei centri, che in qualità di sopravvissute offrono testimonianze, partecipano ai salvataggi dai bordelli, fanno da tutor alle nuove arrivate, tengono un programma radio sul traffico di esseri umani e lo sfruttamento sessuale.
Queste ragazze seguono in sostanza l'esempio di Somaly Mam: non si lasciano schiacchiare da un passato doloroso, perché una sola ragazza salvata potrà aiutarne molte altre.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.afesip.org