«Non si può conoscere Gesù senza avere problemi», ha detto il Papa stamattina nel corso della messa celebrata a Santa Marta. Commentando il Vangelo di Luca ha spiegato: «Se tu vuoi avere un problema, vai per la strada che ti porta a conoscere Gesù e allora di problemi ne sorgeranno tanti». Ma Gesù non si può conoscere «in prima classe» o «nella tranquillità», tantomeno «in biblioteca». Per conoscere Gesù bisogna stare con lui, accompagnarlo, parlargli, camminare sulla sua strada che non è sempre facile.
Neppure il catechismo è sufficiente. «È vero», ha detto il Papa, «il catechismo ci insegna tante cose su Gesù e dobbiamo studiarlo, dobbiamo impararlo. Così impariamo che il Figlio di Dio è venuto per salvarci e capiamo dalla bellezza della storia della salvezza l’amore del Padre». Conoscerlo con la mente è un passo in avanti, ma «non è sufficiente. Gesù è necessario conoscerlo nel dialogo con lui. Parlando con lui, nella preghiera, in ginocchio. Se tu non preghi, se tu non parli con Gesù non lo conosci». Fondamentale poi è «la sequela, andare con lui, camminare con lui, percorrere le sue strade».
E mentre si cammina con lui, si conosce «Gesù con il linguaggio dell’azione. Se tu conosci Gesù con questi tre linguaggi: della mente, del cuore, dell’azione, allora puoi dire di conoscere Gesù. Non si può conoscere Gesù senza coinvolgersi con lui, senza scommettere la vita per lui».