Risponde Marco Navoni.
Nella liturgia ambrosiana, spostare l’Ascensione al giovedì non è una scelta che considera più la tradizione della partecipazione della comunità?
Gianfranco B.
È vero che la solennità dell’Ascensione nel rito ambrosiano è stata riportata al 40° giorno dopo Pasqua, secondo l’indicazione cronologica che leggiamo negli Atti degli apostoli e secondo la costante tradizione liturgica della Chiesa, ma per motivi pastorali si può ripetere la celebrazione di tale solennità anche alla domenica successiva. Oltre alla fedeltà al dato biblico e alla tradizione della Chiesa, la scelta di celebrare in ogni caso l’Ascensione al 40° giorno dopo Pasqua vuole mettere in evidenza la specificità del calendario liturgico che non deve avere come sua prima preoccupazione quella di adeguarsi in ogni caso al calendario civile, spesso mutabile (come si è verificato con la festa dell’Epifania, prima soppressa e poi riportata alla data tradizionale). In fondo per i primi tre secoli i cristiani celebrarono con fedeltà la domenica, con grandi sacrifici e anche con il rischio reale del martirio, quando la domenica non era ancora giorno festivo, insegnandoci che la partecipazione alla liturgia dipende più dalle convinzioni che dalle comodità di calendario.