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giovedì 03 ottobre 2024
 
In famiglia
 

«La figlia di amici è ingestibile. Mio fratello sacerdote vorrebbe aiutarli»

08/10/2020  «Domenica siamo stati ospiti da amici. Ma quanti capricci, la bambina! Abbiamo visto all'opera i classici genitori più intenti a fornire “parole di spiegazione” che a intervenire. Mio fratello vorrebbe aiutare... Ma a che titolo può entrare nelle loro scelte educative?»

Domenica io e mio fratello sacerdote ci siamo visti con una famiglia di cari amici con due figli di 5 e 2 anni. La primogenita era una vera ribelle, oppositiva a qualsiasi richiesta e gelosa della sorellina. Di fronte a una richiesta del papà, ha reagito con una escalation di capricci e scenate, culminata con pugni e calci. Nessuno però la fermava e le forniva un contenimento. Nessuno le faceva notare che si trovava “in casa di altri” e che avrebbe dovuto comportarsi con un certo rispetto. Io ormai ho figli grandi, ho una certa esperienza e non mi sconvolgo perché so come può essere difficile educare. Il papà mi è parso debole, sempre inascoltato dalla figlia, che oltre a dirgli no, gli faceva linguacce. Insomma i classici genitori troppo intenti a fornire “parole di spiegazione” invece di intervenire più direttamente. Ma mio fratello era particolarmente colpito, e vorrebbe parlare a cuore aperto col suo amico, comunicando che si è sentito a disagio per lui e con lui. Ma a che titolo può entrare nelle loro scelte educative? Potrebbe apparire troppo rigido?

ELISA

Cara Elisa, le sue parole mostrano una sincera preoccupazione per il vostro amico e la sua bambina. Riguardo a suo fratello, penso che in virtù dell’amicizia che vi lega potrebbe, in tutta tranquillità, fargli una telefonata dove lo saluta e lo ringrazia per il tempo speso insieme. Può approfittarne per provare ad aprire il discorso con domande molto ampie del genere: “I bambini sono stati contenti?”; “Certo che la vostra primogenita è davvero un bel peperino”; “Guardando voi mi rendo conto che il mestiere di genitori è il più difficile del mondo”. In base alle reazioni del suo amico, potrà capire se c’è spazio per aprire una conversazione e magari consigliare un colloquio presso uno specialista, oppure se il suo amico “è in ritirata” e quindi molto barricato.

Nel qual caso potrebbe semplicemente rilanciare, dicendogli: “Io sono qui. quando vuoi fare una chiacchierata con me come ai vecchi tempi, tu lo sai che ci sono sempre”. Potrebbe anche proporre al suo amico di leggere insieme alla bambina: Il grande libro delle buone abitudini e Il grande libro delle emozioni di M. Menedez-Ponte (Salani), due bellissimi volumi che offrono molti racconti brevi di educazione emotiva e di sostegno all’autoregolazione, con schede di approfondimento per i genitori. Leggendolo con la bimba, il suo amico potrà dialogare con lei, parlando delle molte azioni problematiche in cui sembra perdere il controllo. Penso, infine, che sia necessario rinforzare il progetto educativo della coppia genitoriale e spingere la mamma a rivedere col papà il loro stile educativo e il modo in cui assieme affrontano le crisi di rabbia della bambina. Potrebbe far arrivare ai due genitori l’ottima guida di F. Celi Le emozioni dei nostri figli (De Agostini), un manuale che tutti i genitori dovrebbero leggere insieme

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