La ragazzina non vuole coprirsi la testa con il velo islamico, allora la madre la punisce rasandole i capelli a zero. Ultima di tre sorelle, ha 14 anni, frequenta la terza media di Borgo Panigale, Bologna, appartiene a una famiglia immigrata dal Bangladesh che vuole mantenere le tradizioni. Ma lei si vergogna di farsi vedere in classe con quel velo imposto e così, appena esce di casa, se lo toglie. Ed ecco pronta la rasatura punitiva.
La dirigente scolastica si indigna al punto da presentare ai carabinieri una denuncia per maltrattamento di minore. E così la ragazzina viene allontanata dalla famiglia e accolta in una struttura protetta. Poi tutto si complica. La madre, intervistata, risponde piangendo: «Non è vero che l’ho costretta, è lei che me lo ha chiesto». E sui motivi della rasatura ha le sue spiegazioni: «S’era spuntata alcune ciocche da sola perché i capelli le sembravano troppo lunghi. Così abbiamo deciso insieme di tagliarli a zero». E aggiunge un altro motivo: «Aveva pure i pidocchi, allora le ho detto: “Dai, che i capelli te li tolgo tutti, vedrai che con la ricrescita si rinforzano”. Così si fa dalle parti nostre».
La vicenda finisce sui giornali e arrivano i commenti. Si sbilancia su Twitter l’ex premier Renzi: «Allontanare la bambina dalla famiglia è stato doloroso ma giusto. In Italia non c’è accoglienza senza rispetto delle leggi». Il sindaco di Bologna Virginio Merola: «Questo caso mi sembra un esempio classico di autoritarismo familiare». Interviene anche il ministro dell’Interno Marco Minniti che dichiara: «Chi vuole vivere in Italia deve accettare i valori e i princìpi dell’ordinamento statale. Nessuna violenza fisica o psicologica può essere tollerata».
Ai “difensori dei diritti” vorrei porre qualche domanda. Allontanare un’adolescente dalla famiglia non è peggio che rasarla? Si può configurare come maltrattamento di minore una rasatura per motivi che sembrano ragionevoli, come il taglio sbagliato o i pidocchi? Perché imporre le nostre usanze a immigrati che arrivano da altre culture? L’integrazione è un processo lento che non può essere imposto per legge.