Alla fine sembra proprio che lo Ior non chiuderà i battenti. La decisione finale, naturalmente, spetta al Papa. Che, sentiti gli esiti della Commissione dei cardinali da lui istituita, dovrà decidere il riassetto complessivo delle finanze vaticane. Non solo Ior, dunque, ma intero sistema economico. Facendo onore al suo nome - Francesco - sembra che la direzione nella quale andranno le decisioni del Pontefice sia quella di una gestione che possa fungere da modello, anche per l'esterno, di uso del denaro. Non è un mistero che il Papa consideri in modo molto critico un sistema economico che produce «scarti umani», che non consente una equa distribuzione delle risorse, che mette l'uomo a servizio del profitto e del mercato. I beni per l'uomo e non viceversa è di certo l'approccio con il quale il Papa guarda all'uso del denaro e dei beni. E dunque anche la gestione delle finanze vaticane deve, in qualche modo, avere un che di profezia. Con un gioco di parole si potrebbe dire «non solo fare del bene con i beni, ma utilizzare bene ciò che si ha». Una sorta di finanza etica, se non proprio di banca etica, che mostri chiaramente come sia possibile fare un salto in più rispetto al semplice uso corretto e legale delle risorse.
Ne hanno discusso gli otto cardinali, il cosiddetto C8, ascoltando anche le due Commisisoni referenti in materia economica. E poi, insieme con il segretario di Stato Pietro Parolin, il C8 con i 15 cardinali per lo Studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede (Meisner, Rouco Varela, Pengo, Rivera Carera, George, Fox Napier, Cipriani, Scola, Toppo, Pell, Vallini, Urosa Savino, Ricard, Odilo Scherer, Tong Hon). Il Consiglio dei 15 era già stato creato da Giovanni Paolo II per una maggiore collegialità nella approvazione dei bilanci, preventivi e consuntivi, del Vaticano.
Al centro del dibattito proprio "la missione dello Ior, inserita nella più vasta missione della Chiesa" vista non solo dal "punto di vista della operatività economica" che i cardinali considerano "un orizzonte limitato".
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi aveva ricordato, in un briefing con la stampa, che «bisogna tenere conto che si tratta di una realtà complessa, e che, sebbene lo Ior sia un caso specifico, il Papa con l'aiuto del consiglio dei cardinali, cerca di vedere il contesto nel suo insieme, nel disegnare poi una soluzione di rinnovamento delle organizzazioni e delle istituzioni della Curia e del governo della Chiesa che sia coerente e si tenga insieme».
A più riprese si è parlato di «uso evangelico dei beni». Come questo si traduca poi in pratica sarà chiaro nei prossimi mesi, forse nelle prossime settimane. Ma con un Papa che si chiama Francesco, c'è da attendersi certamente qualche sorpresa.