Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 18 giugno 2025
 
 

La fragilità che diventa forza

03/04/2014  A una settimana dall'incontro con il Movimento Apostolico Ciechi e con la Piccola Missione per i Sordomuti, le parole del Papa continuano a risuonare nei cuori di chi è più debole.

«Per noi è stato un grande incoraggiamento. A distanza di giorni continuiamo a sentire nel nostro cuore la forza delle parole del Papa. Questa udienza privata è un evento unico nella storia dei Sordi, è stata per tutti un'occasione per poter incontrare da vicino il Santo Padre e far conoscere al Papa la realtà dei Sordi». Il presidente della Piccola missione dei Sordomuti, Giuseppe Petrucci, sottolinea che questo incontro ha «ricordato al mondo come anche nella professione della fede i sordi incontrino difficoltà a causa delle barriere della comunicazione». Incontrandoli, insieme con il Movimento apostolico ciechi, il Papa è tornato a parlare della cultura dell'esclusione. Ricordando sia l'emarginazione della Samaritana che quella del cieco nato considerato colpito dalla punizione divina, papa Francesco ha sottolineato che «Gesù rifiuta radicalmente questo modo di pensare - che è un modo veramente blasfemo! - e compie per il cieco "l’opera di Dio", dandogli la vista. Ma la cosa notevole è che quest’uomo, a partire da ciò che gli è accaduto, diventa testimone di Gesù e della sua opera, che è l’opera di Dio, della vita, dell’amore, della misericordia. Mentre i capi dei farisei, dall’alto della loro sicurezza, giudicano sia lui che Gesù come "peccatori", il cieco guarito, con semplicità disarmante, difende Gesù e alla fine professa la fede in Lui, e condivide anche la sua sorte: Gesù viene escluso, e anche lui viene escluso».
Tutto ciò ci dice delle culture opposte: «quella dell’incontro e la cultura dell’esclusione, la cultura del pregiudizio, perché si pregiudica e si esclude. La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell’incontro: l’incontro con Gesù, che apre alla vita e alla fede, e l’incontro con gli altri, con la comunità. In effetti, solo chi riconosce la propria fragilità, il proprio limite può costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo