Saranno Emmanuel Macron e Marine Le Pen a giocarsi la presidenza della Repubblica francese nel ballottaggio del 7 maggio. Le ultime proiezioni diffuse dalla televisione francese vedono Macron in testa con il 23,7 per cento dei voti. Le Pen lo segue al 21,9 per cento. Fillon si ferma al 19,7, seguito dal candidato di estrema sinistra Mélenchon (19,2). Resta lontano il socialista Hamon, fermo al 6,2 per cento. Rimane ancora un piccolo margine di errore, che alimenta in queste ore le speranze, in realtà molto flebili, dei sostenitori di Fillon e Mélenchon. Ma lo stesso Fillon, 40 minuti dopo le prime proiezioni, si è preso tutta la responsabilità della sconfitta.
Va considerato comunque straordinario il risultato raggiunto da Macron, il quale nella sua vita non aveva mai partecipato a un’elezione. A 39 anni l’ex ministro dell’economia vince la sua sfida e arriva al primo posto pochi mesi dopo la fondazione del suo movimento politico, chiamato “En marche!” (In marcia!). Appoggiato da 260mila sostenitori, En Marche! è una vera e propria start-up della politica, che in pochi mesi ha saputo ramificarsi sul territorio, in grado di organizzare centinaia di eventi alla settimana. Riformista, europeista convinto, a favore di una società aperta e globalizzata, Macron si dichiara “né di sinistra, né di destra”.
Il voto segna la fine delle forze politiche tradizionali, il centrodestra e i socialisti, travolti
Marine Le Pen arriva al ballottaggio come già accadde a suo padre nel 1995, contro Chirac. Un evento che rappresentò uno choc per tutta la Francia. Marine Le Pen stasera esulta parlando di “risultato storico”. Nel 2002, al secondo turno, ci fu un’alleanza di tutte le forze politiche per votare Chirac e sbarrare la strada al candidato della destra razzista e xenofoba. Chirac stravinse con oltre l'82 per cneto dei voti. Anche stasera, nei primi commenti degli esponenti politici, emerge la volontà di sostenere il candidato che si oppone alla destra.
Il primo ministro Bernard Cazeneuve ha invitato “solennemente” i francesi a votare Macron al secondo turno. Sulla stessa linea gli ex primi ministri Manuel Valls (socialista) e Jean Pierre Raffarin (centrodestra). Fillon, nel suo discorso da sconfitto, ha usato parole dure contro l’estremismo del Front National e ha invitato i suoi sostenitori a votare Macron. Anche il socialista Hamon, duramente sconfitto, ha chiesto di votare il leader di En Marche!.
Il voto di domenica segna la fine delle forze politiche tradizionali, il centrodestra e i socialisti. Il tracollo dei socialisti è impressionante e certamente porta le sue responsabilità anche il presidente uscente, François Hollande. Va meglio per Les Républicains di Fillon, che sperano in un buon risultato almeno nelle elezioni legislative, che si svolgeranno l'11 e il 18 giugno.
Da lunedì fino al 7 maggio la campagna elettorale continuerà serrata. Con l’incubo di nuovi attentati, che potrebbero influenzare l’opinione pubblica, magari spingendoli a votare chi, come la Le Pen, chiede la linea dura contro i terroristi. Ma l’argine che ancora una volta si sta formando contro una possibile vittoria della destra xenofoba e antieuropea sembra compatto e senza crepe. La marcia cominciata stasera verso l’Eliseo da Emmanuel Macron sembra già una marcia trionfale.