Dal 21 al 24 marzo torna nelle sale cinematografiche La gabbianella e il gatto, il film di animazione diretto da Enzo D’Alò e tratto dal libro di Luis Sepùlveda La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare (Guanda). nel Natale del 1998 tenne testa ai kolossal animati americani raggiungendo al Box Office la cifra record di oltre 20 Miliardi di Lire di incasso, diventando così il cartoon italiano più visto di sempre, amato in Italia e in tutto il mondo. Sceneggiato da D’Alò con Umberto Marino, ha i disegni di Walter Cavazzuti e le ambientazioni di Michel Fuzellier. Il film venne premiato con il Nastro d'Argento e ricevette il Premio del Pubblico al Festival di Montreal del 1999. Per l’occasione abbiamo intervistato il regista Enzo D’Alò.
Non è comune che un film di animazione venga di nuovo proiettato nelle sale dopo tanti anni dalla sua uscita. Quali sono i motivi di questa scelta?
«Questa nuova uscita nelle sale per me è motivo di orgoglio. In questi venti anni il film ha avuto un grande successo, è passato più volte in tv, è stato diffuso in dvd, e ha raggiunto generazioni di bambini. L’animazione è senza tempo. È ancora attuale perché affronta tematiche valide ancora oggi come l’ecologia e l’integrazione».
È anche una storia di accoglienza..
«Sì, perché il gatto Zorba si prende cura del pulcino di gabbiano invece di… mangiarlo. Quando poi si accorge che la gabbianella una volta cresciuta non riesce a volare perché si crede un gatto, Zorba prova a spiegarle come è bello volare, lui che non lo ha mai fatto. è un insegnaeteet forte, ci fa capire come occorre superare l’egoismo e il sospetto per chi è diverso»
Com’era nato il film?
«Avevo letto la storia e l’avevo trovata splendida. L’ho poi proposto alla Cecchi Gori nella persona di Rita Rusic che era rimasta colpita dal mio precedente film, la Freccia azzurra. Lo abbiamo realizzato in tempi record, e fece concorrenza a colossi come Mulan della Disney e il principe d’Egitto della Dreamwork, cavandosela benissimoۚ».
Sono state apportate delle modifiche?
«allora era in pellicola e ora sarà in digitale. È stato rifatto il suono mentre è stato mantenuto lo stesso formato».
Ha incontrato il pubblico che ha visto i film? Quali sono state le reazioni?
«Mi è capitato di incontrare tanti gentiori che hanno testimoniato come il film li avesse aiutati a fare delle scelte nella vita»
Sepùlveda dopo la Gabbianella ha scritto altre fiabe con protagonisti animali. Ha mai pensato di farne un altro film?
«Mi ricordo quando incontrai Sepùlveda a Barcellona durante la proiezione del mio Pinocchio. E certo, abbiamo parlato di fare un’altra esperienza insieme».
È una nostra impressione o negli ultimi tempi non escono più tanti film d’animazione made in Italy?
«Non è solo un problema di animazione, am proprio in Italia non si producono film per ragazzi al contrario di paesi come la Svizzera, la Svezia, la Nuova Zelanda dove c’è una cinematografia molto ricca. Oltretutto questi prodotti hanno una vita lunga. Auspico che nella legge sul cinema vengano isneriti finanziamenti specifici per i film per ragazzi».
A che cosa sta lavorando’?
«È un progetto top secret, posso solo dire che è una storia poetica che tocca quattro generazioni di donne».
Qualche sogno nel cassetto?
«Ne ho tanti, ma preferisco non parlarne perché, come mi è successo in passato, poi le idee possono essere… rubate!».