«Dovremmo raccontare i santi come i protagonisti di una festa divertente, proprio come Halloween. Il problema è che tradizionalmente pensiamo a loro come a entità lontane e perfette». Michele La Ginestra è uno che di santi se ne intende. E non solo perché lo scorso giugno ha vestito i panni del primo Papa, poi santo, nello spettacolo Pietro e Paolo a Roma, ma perché scoprire «l’umanità che c’è dietro ogni santo» è stata una tappa fondamentale del suo cammino di fede. Santi e non santini, dunque, proprio quelli che si festeggiano il primo novembre: persone in carne e ossa capaci di parlare anche a bambini e ragazzi. «Se festeggiassimo i santi con il sorriso anche i ragazzi li sentirebbero più vicini. In fondo i santi hanno interpretato nel migliore dei modi il messaggio di Cristo ma sono rimasti uomini, è questa la loro straordinarietà», spiega l’attore.
L'attore Michele La Ginestra in una foto di Alessandro de Luca Rapone
Per La Ginestra, la santità da raccontare ai piccoli che conoscono meglio zucche e cappelli a punta piuttosto che le biografie dei testimoni della fede, è «semplice e gioiosa»: «Prendiamo Madre Teresa di Calcutta, non era certo una vecchietta buona, ma una giovane che ha trasformato la sua vita per portare il sorriso ai sofferenti. E poi Giovanni Bosco e Filippo Neri, che educavano nella gioia e nell’allegria, o Tommaso Moro, che pregava “Dammi, Signore, il senso dell’umorismo”: la santità si sposa con il sorriso, non con il castigo». C’è poi un altro aspetto che l’attore metterebbe in luce con i ragazzi, ovvero che i santi non vanno raccontati come supereroi: «I loro poteri li abbiamo tutti, e anche i santi sbagliano! Sant’Agostino, giusto per fare un esempio, era un reo confesso. Da loro possiamo imparare la serenità di essere noi stessi, senza sensi di colpa». La mente torna a Pietro e Paolo, «che pur avendo avuto il privilegio di conoscere Cristo rimasero quel che erano: Pietro era un tipo burbero, istintivo. Ha dedicato la vita agli altri ma ne ha fatte di stupidaggini! Il tradimento di Gesù lo rende più vicino a tutti».
Quindi, un’idea pratica per celebrare la festività: oltre a passare per le case domandando “Dolcetto o scherzetto”, «interessarsi dei vicini e chiedere come va». E magari organizzare un bel pranzo con i poveri, «che mica devono mangiare bene solo a Natale». La Ginestra insiste: «Ai ragazzi raccontiamo chi erano i santi, non le immaginette che si tengono in automobile per preservarci dai guai, quelli che ti fanno capire quanto sia bello vivere con il sorriso e dedicarsi all’altro. La santità è già accanto a noi, basta guardarsi attorno per vedere quanto bene fanno alcune persone, ed è alla portata di tutti. Anzi, ci appartiene».
Nella foto di copertina, Michele La Ginestra al centro nei panni del sacerdote protagonista della serie di TV2000 Canonico (foto di Alessandro de Luca Rapone)