Chi strepita contro
l'Italia che sarebbe “invasa” dai migranti dovrebbe riflettere
sui dati contenuti nel Rapporto “Italiani nel mondo” della
Fondazione Migrantes. Due cifre relative al 2013: in Italia sono
arrivati 43.000 stranieri, ma nello stesso periodo hanno fatto le
valigie oltre 94.000 italiani.
L'Italia, avanposto Sud
dell'Europa, resta è un paese che attira immigrati e rifugiati, ma
sono tanti, sempre di più, gli italiani che abbandonano il nostro
Paese per cercare un lavoro all'estero. Non partono sui barconi,
magari affrontano il viaggio in treno o sua una compagnia aerea low
cost, ma partono, lasciandosi alle spalle la disoccupazione, il
precariato, l'incertezza. In tasca portano il titolo di studio, che
tropo spesso in Italia si riduce a carta straccia.
Nel corso del 2013 si sono
trasferiti all’estero 94.126 italiani. Nel 2012 erano stati 78.941.
Il saldo positivo è di oltre 15 mila partenze, una variazione in un
anno del +16,1 per cento. Per la maggior parte si tratta di uomini
non sposati nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento.
La classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni,
seguita da quella dei 35-49 anni,a riprova di quanto la recessione
economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a
partire. I minori sono il 18,8 per cento e di questi il 12,1per cento
ha meno di 10 anni. Il record di partenze si registra in Lombardia:
16.418. Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio del
2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti
italiani con una crescita del 71,5 per cento rispetto all’anno
precedente.
Seguono la Germania, la Svizzera e la Francia.
Nel mondo sono 4.482.115 i
cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE
(Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) al 1° gennaio del
2014. L’aumento in valore assoluto rispetto al 2013 è di quasi 141
mila iscrizioni, il 3,1 per cneto nell’ultimo anno. La maggior
parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita
(1.747.409).