di François Vayne
Trent'anni fa, nel 1992, san Giovanni Paolo II inaugurò nella "cripta dei papi" della Basilica di San Pietro una cappella dedicata a Nostra Signora di Guadalupe, la "Morenita", venerata in tutto il continente americano, da Nord a Sud. Dal 2014, ogni 12 dicembre, Bergoglio, il primo Papa latino americano, presiede una Messa in Vaticano in occasione della memoria liturgica di Nostra Signora di Guadalupe. Quest’anno si tiene lunedì 12 dicembre alle 18.00 nella Basilica di San Pietro.
Apparsa in Messico nel 1531 e proclamata patrona delle Americhe dall'Alaska alla Terra del Fuoco nel 1999, Francesco è molto legato a Lei, come ha confidato a padre Alexandre Awi Mello nel libro È mia madre (Città Nuova 2018), dichiarandosi «guadalupano». Mello, che dal 2017 è segretario del Dicastero Laici Famiglia e Vita e dall’agosto scorso superiore generale dell'Istituto Secolare dei Padri di Schoenstatt, ha ricostruito con un trasporto particolare lo slancio di Francesco per la Virgen de Guadalupe, già quand’era cardinale, riportando significativi stralci della bella omelia di una Messa in occasione del bicentenario dell’indipendenza dei Paesi ispanoamericani, il 12 dicembre 2011: «Meticcia volle apparire, volle mostrarsi meticcia come il nostro popolo; volle mostrarsi incinta come si mostrò a sua cugina Santa Elisabetta; volle mostrarsi compassionevole con quelle mani giunte ma insieme aperte a forma di patena che accoglie tutto il popolo; volle mostrarsi non a un dotto, a un vescovo, a un sacerdote, a una suora, ma a un indio che andava a lavorare per dare da mangiare a sua moglie e ai suoi figli. E con semplicità volle dire a tutti noi… che lei sta con i nostri popoli dell’America. E oggi noi ti rendiamo grazie: grazie Madre per questo incontro, grazie per essere venuta subito in questa America che è nata meticcia, grazie per aver portato Gesù nello stesso modo in cui lo hai portato a tua cugina nel tuo ventre».
Concetti che riprenderà più volte nel corso del suo pontificato oramai prossimo al decennio. La «Madre del vero Dio», disse un anno fa il Santo Padre, all’omelia del 12 dicembre, «con San Juan Diego, cui apparve, ci insegna sempre a camminare insieme, dalle periferie al centro, in comunione con i successori degli apostoli, che sono i vescovi, per essere Buona Novella per tutti». E nel 2016 aveva indicato nella Morenita una lezione di fede, quella di Maria che illumina una società «cieca di fronte agli esclusi dall'orgoglio accecante di pochi. Non è solo la patrona del Messico, la Vergine di Guadalupe è la metafora dell'incontro tra la civiltà americana e Cristo. Per questo è nel cuore dell'intero continente che nutre un affetto speciale nei suoi confronti». Quello stesso anno, Francesco, il 13 febbraio, aveva visitato il santuario dedicatole a Città del Messico meta di pellegrinaggio per devoti di tutto il mondo da «missionario della pace e della misericordia», come disse lui stesso.
In occasione del 125° anniversario dell'incoronazione della Vergine di Guadalupe nel 2020, l’anno più duro della pandemia, ha concesso l'indulgenza plenaria a tutti i fedeli che non hanno potuto recarsi fisicamente in pellegrinaggio alla basilica nazionale del Messico a causa della pandemia.