Quattordici candidature agli Oscar nel 2017 e sei riconoscimenti effettivamente conquistati (tra cui miglior regia e miglior attrice protagonista) per questo romantico musical ambientato e girato a Los Angeles. Premiata anche la bellissima colonna sonora e la miglior canzone originale ("City of stars"). Imperdibile la corale e movimentata scena iniziale ballata e cantata sull'autostrada "bloccata".
Pubblichiamo di seguito l'articolo e la breve intervista rilasciata al nostro giornale da Emma Stone nel 2017 poche settimane prima del trionfo alla notte degli Oscar.
Emma Stone. Ciò che colpisce di lei sono gli immensi occhi verdi. Quasi esagerati. Occhi sgranati che ti fissano. Al punto che ti ci perdi dentro e non hai più dubbi che ciò che ti sta dicendo sia la verità. Emma Stone ha una presenza magnetica. Di quelle che non si dimenticano. Perno in mezzo al bailamme di lustrini, foto e selfie che ne ha accompagnato la passerella alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove è stato presentato in anteprima La La Land del giovane regista Damien Chazelle è assai piaciuto ai critici e, ora che esce nelle sale, incontrerà certo il favore del pubblico. Come Gravity di Alfondo Cuarón e Birdman di Alejandro Iñárritu, volerà dagli applausi del Lido no agli Oscar? La notte del 26 febbraio Emma Stone stringerà la statuetta di migliore attrice, ci scommettiamo. E sarà una vittoria strameritata perché, delle nuove interpreti hollywoodiane, è di gran lunga lei la più dotata. Altro che Jennifer Lawrence o Alicia Vikander.
L'intervista a Emma Stone
«Grazie. I complimenti fanno piacere », dice sorridendo sotto la chioma di un rosso artificiale, che a lei sta benissimo. «La verità è che non mi sono dovuta sforzare per interpretare la protagonista. Lei è proprio come me: una che non ha mai voluto fare nient’altro che l’attrice».
Come Mia, anche lei è passata da un provino avvilente all’altro?
«Dopo particine in Tv e a teatro, a 15 anni mi son detta che dovevo andare a Los Angeles. Per fortuna, mia madre è venuta con me. Per sei anni ho fatto provini e niente lasciava pensare che sarei stata un’attrice».
Il successo è giunto come fidanzata dell’Uomo Ragno in Amazing Spider Man. Poi ha accompagnato Michael Keaton all’Oscar con Birdman. Dopo due film con Woody Allen: Magic in the Moonlight e Irrational Man. Timori quando Chazelle le ha proposto di calcare le orme di Ginger Rogers?
«Non mi ha chiesto di diventare altrettanto brava. Così come non ha chiesto a Ryan Gosling di fare il Fred Astaire. Recitiamo due che muovono qualche passo di danza o cantano, come persone comuni».
Il talentuoso Chazelle non commette infatti l’errore di riproporre, in modo anacronistico, il classico musical hollywoodiano. La La Land è un omaggio a quello stile, di cinema ma anche di vita, attraverso il racconto della nostalgia per qualcosa che si è perduto. Mia lavora in un bar dei mitici studi dove venne girato Casablanca: sogna strenuamente di fare l’attrice ma passa da una delusione all’altra. Sebastian, un Ryan Gosling dotato d’insospettata grazia, è invece un pianista jazz che non sa darsi pace per la musica orribile che ascolta. Vorrebbe far rinascere un leggendario club. Finirà invece per condividere sogni e delusioni con Mia, portandola al mitico Griffith Observatory tante volte usato nei film di un tempo. La loro sensibilità li conduce a rievocare memorie intime: canzoni, balli, coreografie che esprimono la capacità di sognare in un’altra epoca. Qui s’innescano sequenze oniriche che non stonano affatto con il contesto aspro e deludente in cui Mia e Sebastian si trovano a vivere. I loro passi meccanici, il loro non essere all’altezza del mito pur mettendocela tutta rende ogni coreograa una struggente prova di nostalgia. Non quindi un musical ma un film sulla magia di quel mondo. Il marchingegno funziona grazie alle stupende musiche di Justin Hurwitz e il racconto si aggroviglia e si dipana, mai tradendo il gusto agrodolce di una rievocazione sull’onda delle emozioni. Fino alla non banale conclusione che rende omaggio alla indispensabile inutilità del cinema.
Emma, ha mai pensato di mollare?
«Dopo tanti provini umilianti, anch’io sono stata a un passo dall’idea di smettere. Sono stata solo più fortunata. Del film mi piace che non è cinico, come tanti giovani oggi».
C’è un messaggio rivolto a loro?
«Che lottino per i propri sogni. Abbiamo preso il linguaggio démodé del musical e l’abbiamo calato nella vita reale, dove le cose non sempre vanno nel modo giusto. Vedo i giovani attorno a me, ci parlo, li ascolto. Dico loro di non abbandonarsi al facile sarcasmo». Lei alla fine ce l’ha fatta.
Cosa si prova a coronare il sogno?
«Oggi so di saper recitare. Ma ne ho tanti altri da realizzare. Voglio interpretare i classici. E poi sposarmi, mettere su famiglia».
(Pubblicazione originale: Famiglia Cristiana 5 del 2017)