NOTTE DEGLI OSCAR CON SORPRESA
The winner is… La La Land ! Anzi no, scusate: The winner is… Moonlight ! La notte degli Oscar che si è appena celebrata ha riservato un’incredibile e forse irripetibile sorpresa: gli annunciatori hanno proclamato vincitore come miglior film il film sbagliato…
Il fatto è che, senza nulla togliere a Moonlight , la vittoria di La La Land era attesa da tutti e l’annuncio errato era stato dunque accolto come una previsione confermata. Alla fine il musical porta a casa, dopo aver ottenuto ben 14 nomination, 6 premi, fra cui quello per la miglior regia e la miglior attrice protagonista. Ma non quello per il miglior film.
Non ce l’ha fatta il nostro Fuocoammare di Gianfranco Rosi , dedicato a Lampedusa e a chi dedica la vita ad accogliere i profughi, a vincere nella sezione documentari. Ma, come ha giustamente osservato lo stesso Rosi, non è una sconfitta: aver portato fino alla notte della premiazione questa storia è già un trionfo.
LA LA LAND: UN MUSICAL MODERNO
Ma veniamo dunque a La La Land , autentica rivelazione della cinematografia di questo inizio anno. Racconta la storia di due persone comuni, accomunate da un grande sogno. Sono Mia, una cameriera che serve caffè in un bar e che sostiene in continuazione provini come attrice. Sebastian è invece un pianista che vorrebbe aprire un locale tutto suo dove suonare jazz, ma intanto è costretto a suonare musichette per lui insopportabili nei bar. I due si sfiorano, si scontrano, infine si incontrano e scatta la scintilla: un sentimento fondato sulla loro comune passione per un sogno grande, in cui credono fermamente, anche se difficile da realizzare.
Mia sostiene Sebastian e lo richiama al suo sogno quando accetta di seguire una band commerciale per fare soldi. Sebastian va a riprendere Mia a casa dei suoi genitori, dove si era rifugiata dopo l’ennesimo fallimento come attrice, per spronarla a non desistere. Così, dopo tante fatiche, i due si avvicineranno al sogno della loro vita, scoprendo però che devono pagare un prezzo…
LA LA LAND: LA RECENSIONE
La La Land è un musical al tempo stesso classico (pieno di rimandi ai grandi titoli del genere) e moderno. Le musiche sono davvero belle: ascoltate la malinconica City of Stars (Oscar come miglior canzone), il meraviglioso motivo al pianoforte che fa da filo conduttore di tutta la storia, la canzone danzata e corale che apre il film…
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Giustamente il regista Damien Chazelle - tra l’altro: il più giovane, a 32 anni, a vincere l’Oscar per la miglior regia - ha speso sentite parole per l’autore della colonna sonora, Justin Hurwitz , un amico che conosce da quando aveva 18 anni…
Ma non sono solo le splendide musiche a fare di La La Land un film imperdibile . La costruzione narrativa, i costumi, i personaggi compongono una storia che riesce a essere poetica senza mai scadere nel melenso. Straordinarie le interpretazioni di Emma Stone , una donna nata per recitare, premio Oscar come miglior attrice , e di Ryan Gosling : anche lui avrebbe meritato un riconoscimento, per la bravura nella recitazione, ma anche per l’abilità mostrata come cantante (sono i due attori a cantare, non altre voci). Spulciando nel curriculum di Gosling, scopriamo infatti che è anche un musicista e cantante, oltre che attore.
Se avete già visto il film, alcune scene saranno ancora dentro di voi: quella in cui i due protagonisti, finalmente innamorati, visitano il planetario e volano fra le stelle contro ogni forza gravitazionale (assai simbolico il gesto); quella in cui cantano e ballano su una panchina da cui si godono lo spettacolo di Los Angeles; quella finale in cui lui, suonando ancora una volta il motivo conduttore al pianoforte, immagina in una specie di video amatoriale la vita che avrebbero potuto vivere… A proposito di Los Angeles, il film va letto anche come un omaggio alla città, terza protagonista a tutti gli effetti, e alla sua magia.
La La Land è un film per sognatori, per chi ha un sogno e vuole realizzarlo nonostante le difficoltà e i fallimenti. E’ anche un film che, avvertendo che la conquista del proprio sogno comporta un prezzo, introduce una nota di profonda malinconia in una poetica storia d’amore.