«La diocesi riconosce come un dono dello Spirito e un prezioso aiuto alla propria azione evangelizzatrice la presenza dei gruppi familiari». Si è aperto così, l'incontro di ieri sabato 8 novembre, volto ad approfondire questa realtà. Un canto, Se m'accogli, guidato da don Luciano Andriolo che con Michela e Luigi Magni compone la triade dei responsabili del Servizio della famiglia della diocesi di Milano, un brano del Vangelo di Luca «perché la Parola ispiri il senso di trovarci qui» e la preghiera alla famiglia di Nazareth per illuminare il cammino e l'operato dei responsabili della pastorale della famiglia delle diverse diocesi presenti al convegno.
Dopo un breve intervento di monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per Cultura, Carità e Azione sociale della diocesi di Milano, a ribadire «la capacità di annunciare il Vangelo, compito del magistero della famiglia» e la volontà di «sostenere e nutrire le figure esemplari che permettono di vedere la bellezza della famiglia, come i gruppi di spiritualità familiare fondamentali per far vedere la Bellezza della famiglia e del Vangelo. L'arcivescovo di Milano stesso, Angelo Scola, dice che la cosa migliore è avere nel tessuto della comunità delle famiglie che facciano vedere che è un dono “il per sempre”», la parola è passata al teologo don Francesco Scanziani che con i coniugi Colzani, ultimi responsabili del Servizio per la famiglia, ha redatto lo strumento presentato ieri: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome: nuovi orientamenti pastorali per i gruppi familiari.
«Linee operative traducibili in esperienza quando tornerete nelle parrocchie» ha esordito don Scanziani;«Io non sono esperto ma colui che ha condiviso un cammino con tante famiglie che mi hanno insegnato a guardare il Vangelo con occhi nuovi. Da questo cammino derivano i nuovi orientamenti pastorali per i gruppi familiari».
Un intervento puntuale per spiegare il perché e la necessità di nuovi orientamenti: «non siamo alla ricerca di manodopera
per le parrocchie, ma chi ci permette di crescere umanamente. I
motivi di base non sono cambiati, la novità degli orientamenti risiede nel contesto. E noi
dobbiamo essere al passo con i tempi. Ciò che risuona nei cuori
delle famiglie di oggi è ciò che risuonava nel cuore dei
discepoli».
Che cosa cambia rispetto agli orientamenti del 1997?: «
un'accentuazione della spiritualità coniugale e della famiglia in linea con la direzione della Cei. Il cuore è la cura di
una spiritualità di coppia che apre alla Chiesa per essere luce
nella società senza, però, che sia un compito disincarnato dalla vita
di tutti i giorni».
Come fare tutto ciò?: «Il Vangelo risuona in molti modi. Consapevoli della ricchezza che già ci
circonda con i gruppi familiari proponiamo una traccia, una pista,
un metodo che ha due fuochi: la Parola di
Dio e la coppia. La Parola è il riferimento centrale, la
lectio divina
del Cardinal Martini applicata alla vita di coppia. E la coppia come cuore e radice.
Seminando la Parola buona del Vangelo nei cuori della coppia questa può
raggiungere i figli e la Chiesa.
C'è una Parola di Dio che solo papà, mamme e sposi possono vedere».
Qual è il percorso?:
«Il metodo comincia a casa,
a due, prima di incontrare i gruppi familiari e per arrivarci pronti. Quando ci si incontra si dedicano
circa
venti minuti alla preghiera, come fosse l'atrio di una casa che ci permette di staccare tra il dentro e il fuori.
Poi si dà voce a Dio in un "a tu per tu" con
la Parola che ascoltata va
meditarla personalmente. Il passo successivo è
cosa dice a noi
questa Parola, la
lectio del noi. Un ascolto della Parola di Dio che è
specifico della coppia e degli sposi. Ultimo passo, è la
lectio di gruppo.
Che cosa dice di Dio a me, cosa a noi e, terzo passo, con il gruppo che
rappresenta la comunità cristiana. Il momento finale non è solo di
racconto di qualche tema, ma di nuovo ascolto. Per questo ritengo
fondamentale la regola: parlo una volta, ma ascolto tutti. Chiude un momento di preghiera».
A cosa serve tutto ciò? «Mi lega a Gesù personalmente, così che
possiamo essere legati a Gesù in coppia ma anche ad altre famiglie.
E già stiamo costruendo la Chiesa».