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lunedì 12 maggio 2025
 
CINQUE STELLE
 

Cinque Stelle, dal Parlamento alla piazza

13/10/2014  Referendum contro l'euro, no alle alleanze, slogan populisti contro i clandestini e chiusura alla cittadinanza dei minori figli di immigrati. Le differenze tra i Cinque Stelle e il Carroccio si assottigliano.

Al di là della solita, sempre stucchevole, guerra delle cifre sull’affluenza - 500 mila per gli organizzatori, 150 mila per la Questura e dunque si faccia 325 mila e non se ne parli più -cosa resta della kermesse di tre giorni del Movimento Cinque Stelle al Circo Massimo? Resta la sensazione che il Movimento ci sia ancora, ben piantato anche se con i suoi acciacchi nell'arena politica, e che il grande raduno abbia superato l’incubo del flop, elaborando definitivamente il lutto della sconfitta delle Europee. Centinaia di migliaia di uomini e donne, al grido di “o-ne-stà, o-ne- stà”, con il loro amore per la legalità e la loro faccia pulita, sono venuti da ogni parte d’Italia a farsi coraggio e ad ad applaudire il grande capo, popolando i 170 gazebo e dimostrando notevole senso civico lasciando il Circo Massimo così come lo avevano trovato, forse addirittura migliore. Tutti attratti dal programma visionario dell’ex cabarettista, che ormai conosce bene i tasti su cui pigiare: la rabbia e il sentimentio anticasta ("tutti a casa!"), l'ambientalismo,  il biologico, le nuove energie alternative al petrolio, la banda larga. Insomma: il futuro, anche se spesso un futuro un po’ vago e utopico, alla Casaleggio. Non senza trovate demagogiche come quella del reddito di cittadinanza: oltre che insostenibile (costerebbe allo Stato decine di miliardi di euro e infatti non esiste in nessun angolo del mondo, nemmeno in Alaska come si era detto inizialmente) sarebbe un disastro per l’economia, perché il Paese si ripiegherebbe su sé stesso.

Ma è netta la sensazione che il Movimento abbia ormai toccato il suo massimo potenziale e iniziato la fase discendente ella sua parabola elettorale. Non è un caso che Grillo, dopo il bagno di folla, abbia dettato la linea all’insegna dell’isolamento (nessuna alleanza, nemmeno il confronto, con gli altri partiti), del ritorno alla piazza, della teatralità politica (la marcia su Genova, dove i parlamentari grillini si faranno vedere con la pala in mano, sarà di sicuro effetto, vista la figuraccia della sinistra al governo locale). Per il resto il suo programma politico assomiglia sempre di più a quello della Lega: confermato il no al diritto di cittadinanza per i minori figli di extracomunitari e aumentati gli slogan contro l’immigrazione clandestina, ecco spuntare un referendum per l’abolizione dell’Euro. A questo punto le differenze tra Grillo e Salvini si assottigliano sempre di più. Il leader dei Cinque Stelle sembra aver dato vita a una sorta di Lega Nord nazionale.

Da questa situazione può trarre forza Renzi, fin dall'inizio anticiclico rispetto a Grillo. Il Pd dell’ex sindaco di Firenze è sempre stato inversamente proporzionale ai Cinque Stelle. “L'ex cabarettista genovese”, ha spiegato Elisa Gualmini, autrice del libro Il Partito di grillo (Il Mulino) "ha contribuito a spazzare via la vecchia nomenclatura del Pd, spianando la strada a Renzi”. Il quale potrebbe approfittare dell’antieuropeismo dichiarato dei grillini (alleati a Strasburgo con il populista Farage) per rafforzare la sua posizione di fronte a Bruxelles e chiedere di allentare il patto di stabilità. Alla Merkel fa molto più comodo un Governo Renzi tutto sommato fedele all'Unione, anche se recalcitrante di fronte al rigore tedesco, che il kaos imprevedibile dei populisti italiani. In questo senso Grillo, ancora una volta, lavora per Renzi.

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