Un primo piano del Preside dal suo profilo Facebook
È successo qualche giorno fa a Ravenna, quando presumibilmente uno studente del liceo scientifico Alfredo Oriani di Ravenna ha imbrattato un muro della scuola con una scritta offensiva nei confronti del preside, Gianluca Dradi: «Il Preside è gay». Ma lui non si è lasciato scomporre e ha risposto direttamente su Facebook al gesto insolente: «Ciò che offende non è la falsa attribuzione di una condizione, ma il fatto che uno studente del mio Liceo l'abbia pensata come a un'offesa. Non la farò cancellare: resti lì come una "pietra di inciampo" per l'intelligenza umana». E un hashtag: #nonnellamiascuola.
Nel giro di poche ore fioccano i commenti a sostegno del dirigente scolastico; da: «Bravo, hai fatto la scelta giusta grande stima» a chi va a fondo: «Condivido nel non cancellare come monito a non emulare comportamenti incivili. Purtroppo temo che in quell' azione non ci fosse una e propria presa di coscienza. Come se oggi tutto fosse lecito, come se le menti fossero obnubilate dal desiderio di emulare ,di apparire a qualsiasi prezzo». A chi aggiunge apprezzamenti sulla carriera specchiata di Dradi: «A quel piccolo, immaturo soggetto che ha pitturato sconsideratamente il muro della scuola, voglio far sapere che il suo preside è stato, per decenni, uno dei più rispettati avvocati ravennati; è stato, inoltre, uno dei migliori giudici onorari che Ravenna abbia avuto! Figura di riferimento per competenza e deontologia professionale che, i suoi colleghi più giovani, hanno considerato un esempio da seguire. Io, pur se coetaneo, mi colloco tra questi». Agli alunni, come Emanuela che scrive: «Nella mia fantasia dovremmo entrare tutti in classe lunedì e dire IO SONO GAY e da lì approfittare per crescere». A una sua prof, Marta Chiocci che commenta: «Oggi va di moda chiedere l'inserimento dell'educazione alla cittadinanza tra le materie scolastiche, quando secondo me basterebbe semplicemente potenziare quelle che già ci sono e fare, come molti di noi già fanno, attivamente educazione alla cittadinanza. Quello che ha detto e fatto il Preside è una lezione a tutti gli effetti: poche parole, fatti e pensieri forti!». Alla figlia Sofia: «Fiera di essere figlia di quest’uomo».
Lui raggiunto per telefono, giustamente, si ritrae all’ennesimo commento rubato. Ci sta se c’è il tempo e lo spazio per una riflessione sui giovani di oggi e la loro educazione. Per tutto il resto rimanda alle dichiarazioni rilasciate appena accaduto: «In un primo momento la mia reazione è stata semplicemente un’alzata di spalle» ha spiegato Dradi al Resto del Carlino; «Poi però ha prevalso l’idea di cogliere l’occasione per un piccolo gesto educativo nei confronti del presunto autore. A me non importa chi sia stato. Mi piacerebbe però che fra qualche tempo l’autore, ripassando davanti a quel muro, possa ravvedersi e vergognarsi di aver pensato che quell’epiteto fosse un’offesa. Il bullismo omofobo e non solo è una vera piaga che colpisce soprattutto gli adolescenti che vivono periodi di fragilità. Già quest’anno ho avviato due procedimenti disciplinari straordinari per atti verso compagni, oltre ad adottare qualche intervento più leggero per episodi più circoscritti».
Una lezione di civiltà dall’inizio alla fine.