Padre Luigi Bonalumi.
«Una bella notizia, che mi rallegra profondamente: conosco Agnes e so che è una ragazza dall’aspetto gracile, ma con una grande forza interiore». Così padre Luigi Bonalumi, classe 1956, bergamasco di origine, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) e attivo per oltre vent’anni in terra cinese, commenta la scarcerazione - avvenuta sabato scorso – di Agnes Chow. La ventiquattrenne, tra i leader del movimento di protesta civile che ha animato Hong Kong negli ultimi anni, è stata rilasciata dopo 7 mesi di detenzione nel carcere femminile di Tai Lam: la pena le era stata comminata nel dicembre scorso per aver partecipato nel 2019 a una protesta nei pressi dal quartier generale della polizia della città. Insieme con lei erano stati condannati Joshua Wong e Ivan Lam; entrambi i giovani sono tuttora in carcere.
La Chow è stata liberata il 12 giugno, in occasione dell’anniversario delle grandi manifestazioni pro-democrazia che avevano scosso la metropoli nell’estate 2019. Quel giorno migliaia di manifestanti avevano circondato la sede dell'assemblea legislativa della città, allo scopo di bloccare l'approvazione di un disegno di legge che avrebbe potuto consentire l'estradizione dei cittadini nella Repubblica Popolare Cinese, e, di conseguenza, di essere sottoposti al sistema giudiziario della Cina continentale. Stavolta, a soli due anni di distanza, il clima a Hong Kong è totalmente cambiato e sabato la polizia era schierata in massa (circa 2.000 agenti) per impedire proteste. All’uscita dal carcere, Agnes - accolta da una folla di giornalisti e da uno sparuto gruppo di aderenti al movimento pro- democrazia- è apparsa in discrete condizioni fisiche, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni, preferendo far parlare la maglietta che indossava, sulla quale era stampata la frase “Stai andando alla grande”.
Agnes Chow è una figura-simbolo a Hong Kong. Nata nel 1996, ha iniziato il suo impegno politico da adolescente, all’interno della scuola superiore, gestita dalle Canossiane, dove studiava. Nel 2012, insieme a Joshua Wong, ha dato vita al movimento Scholarism, volto a tutelare l’autonomia della scuola dal pericolo del controllo politico di Pechino. Successivamente ha fatto parte del partito politico Demosisto ed è stata uno dei leader del Movimento degli Ombrelli, durante le proteste a Hong Kong del 2014. Nel 2018 si era presentata alle elezioni suppletive di Hong Kong, in una formazione pro-democrazia, ma le era stato impedito di candidarsi perché il suo partito era stato accusato di sostenere l’autodeterminazione da Pechino. Molto nota in Giappone (ha imparato il giapponese da autodidatta guardando programmi tv), è soprannominata “la dea della democrazia” per il suo impegno appassionato per la libertà. A Hong Kong è stata chiamata, provocatoriamente, “la vera Mulan”, in antitesi all’attrice cinese Liu Yifei, interprete della ragazza-guerriera nell’omonimo film della Disney, apertamente filo-Pechino.
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Un impegno che affonda le sue radici nel percorso educativo, profondamente segnato dalla fede. Padre Luigi lo sa bene, alla luce dei suoi anni passati in Hong Kong, dal 1989 al 2001 e poi, dopo un periodo a Roma come vicario generale dell’Istituto, dal 2006 al 2017 (attualmente è rettore del Seminario teologico internazionale del PIME a Monza). Spiega: «Agnes viene da una famiglia cattolica, che conosco bene perché per alcuni anni, a partire dal 2009, sono stato parroco proprio in quella zona di Hong Kong, a Tai Po. Mi ricordo di Agnes come una ragazza spigliata, attenta a quanto accadeva intorno a lei. Era molto impegnata in parrocchia: faceva parte di un gruppo di adolescenti che si trovavano regolarmente, organizzavano giochi per bambini e servivano all’altare come chierichetti. Quando ha iniziato le superiori dalle suore, si è via via impegnata sempre di più in ambito politico e la sua presenza in parrocchia, in parallelo, è diminuita, anche perché nel frattempo era diventata una vera e propria leader». Una ragazza molto attiva sui social e assai coraggiosa: all’età di 19 anni, ad esempio, denunciò la polizia cinese per la sparizione di cinque librai di Hong Kong con un video che conobbe un’enorme diffusione.
Continua padre Luigi: «In questi mesi ho cercato di mettermi in contatto con lei, ma da Hong Kong mi hanno fatto sapere che sarebbe stato molto problematico. Ora vedremo cosa cambierà, per lei e per la città, in termini di diritti umani».
Padre Bonalumi oscilla tra speranza e realismo: «Spero che la sua liberazione anticipata possa rappresentare l’inizio di un ripensamento sulla legge di sicurezza nazionale». Imposto da Pechino il 1 luglio 2020, tale provvedimento liberticida è servito per arrestare o, di fatto, condannare all'esilio i più leader democratici della città. Conclude il missionario: «La scarcerazione di Agnes è un segno positivo; l’augurio è che Hong Kong torni ad essere quella che abbiamo conosciuto, anche se nel breve periodo non vedo grandi cambiamenti all’orizzonte».