“L’Ufficio Marchi e Disegni - Divisione Cancellazioni -dell'Unione europea ha deciso di annullare il contrassegno numero 5510921 accogliendo il ricorso dell'Italia per l'invalidità del marchio alla catena di ristoranti spagnoli "La Mafia" ("La Mafia se sienta a la mesa" "La mafia siede a tavola", ndr.), che però ha presentato ricorso. Inizia ora una lunga battaglia alla quale si oppone un gruppo di quasi 40 ristoranti in tutta la Spagna con più di 400 dipendenti, che ha costruito la propria immagine proprio sulle storie criminali italiane».
Lo annuncia così la Coldiretti ed è una risposta nuova a una storia antica: stavolta è una catena di ristoranti, altre volte erano menu con insalate che si chiamano cosa nostra, e amenità simili. La notizia buona è che, finalmente, l’Ue si è svegliata, dato che fin qui si usava trincerarsi dietro il fatto che nessuno di quelli di cui sopra violava le norme sui marchi dei singoli Stati. Stessa scusa per la catena di pessimo gusto spagnola, che sottolineava tra l’altro che l’ambasciatore italiano non «dovrebbe essere considerato nell'ambito di quel pubblico – la famiglia media spagnola che vuole mangiare italiano - perché, in qualità di rappresentante dell'Italia, può offendersi facilmente e di conseguenza di lui non si dovrebbe tenere conto».
Ecco a questo proposito sarebbe proprio interessante sapere come vedrebbero i sudditi di Re Filippo VI l’idea di aprire in Italia una catena di ristoranti spagnoli chiamandoli L’Eta (l’organizzazione terroristica basca che ha causato in Spagna poco meno di 900 morti), mettendoci come sottotitolo l’Eta si siede a tavola e facendo sedere famigliole italiane a condividere allegramente paella e pulpo a la gallega, sotto la gigantografia di Artapalo (nome di battaglia del capo militare arrestato nel 1992).
Chissà se troverebbero altrettanto suscettibile e di parte il punto di vista dell’ambasciatore spagnolo in Italia nel caso. L’Ue ha deciso che: «Il marchio deve essere dichiarato invalido per tutti i beni e servizi in contestazione», accogliendo le ragioni dell’Italia, perché: «L'accostamento del termine "mafia" manipola l'immagine estremamente positiva della cucina italiana. Il sottotitolo "se sienta a la mesa" , siede a tavola, è un tentativo di volere attribuire un carattere di benignità al nome di una delle organizzazioni più pericolose mai esistite in Italia». E ancora perché: «Le organizzazioni criminali di tipo mafioso sono una chiara e presente minaccia per tutta l'Unione europea perché non sono attive solo in Italia ma anche in altri Stati membri: la Spagna è uno dei Paesi preferiti da molte di loro».
Il problema è che la cancellazione di un marchio è un successo – ammesso che il ricorso in appello confermi - che da solo può fare poco, se non cambia la cultura. La notizia cattiva, infatti, è che delle 294 recensioni al locale di Siviglia su Tripadvisor, delle quali moltissime in lingua italiana, poche notano il cattivo gusto del nome e solo una non è disposta a passarci sopra per valutare la qualità del cibo come se niente fosse. Si intitola “Vergognoso il nome” ed è stata pubblicata l'8 giugno 2013. Vi si legge: «E' di oggi 8 giugno 2013 la notizia che a Vienna qualcuno faceva affari con panini che esaltavano la mafia. Sono solo passato davanti a questo ristorante di Siviglia, in Plaza Duque, e ho avuto la stessa sensazione che qualcuno vuole guadagnare facendosi forte di un nome che significa delitti e orrori, uccisioni di uomini coraggiosi, magistrati, giornalisti, donne e bambini, eroici preti, militari carabinieri, poliziotti... E' da rifiutare, La Mafia a tavola, anche se con Marlon Brando».
Se i primi a dire "no grazie" e a cambiare ristorante non sono gli italiani in Spagna, non per spirito di corpo, ma per naturale repulsione per quello che un marchio simile può rappresentare, sarà difficile che altri si pongano il problema. Ma così non se ne esce. Tolto un marchio se ne fa un altro.