Le piazze non sono più piene, il fenomeno si svuota. La grande avanzata dei Cinque Stelle sembra aver subito un arretramento. Non ci sono solo i risultati delle ultime amministrative. Prova ne era anche il sit in pro-Grillo di martedì scorso, che è andato semideserto nonostante la chiamata di piazza. Quello che era stato previsto fin dall’inizio della legislatura, pare avverarsi molto rapidamente.
Il Movimento di Grillo si sta trasformando sempre di più in una sorta di partito frammentato e sottoposto a sollecitazioni di ogni tipo. Le principali correnti sono riconducibili a due: i fedelissimi del duo Grillo-Casaleggio e i dissidenti che si soffermano ad analizzare criticamente la sconfitta delle amministrative, quelli che vorrebbero che il Movimento fosse più propositivo e costruttivo, magari approvando alcuni dei decreti e dei disegni di legge del Governo.
Inutile dire che in queste ore possono essere assimilati ai sostenitori della senatrice espusla Adele Gambaro. Si parla addirittura di un nuovo gruppo parlamentare. La divisione in atto in realtà riflette le divergenze tra la fase più movimentista dei grilli e quella che, fin dagli esordi dei Cinque Stelle, ha dato vita alle liste civiche. liste che hanno dato buona prova di amministrazione in molti Comuni, a cominciare da Parma, certamente la giunta grillina più rappresentativa.
Ma le purghe in atto nel Movimento hanno dimostrato che l’ultima sconfitta è stata molto più devastante di quanto si credeva. E c’è persino chi ha preconizzato, come Elisabetta Gualmini sulla Stampa, l”inizio di un ciclo autodistruttivo”. Come la maionese impazzita.