Sulla copertina di Famiglia Cristiana della scorsa settimana avevamo messo una famiglia ghanese messa in strada dal decreto sicurezza. Una storia simile arriva dall'Olanda e più precisamente dalla chiesa protestante di Bethel de L’Aja, dove dalle 13.30 del 26 ottobre si celebrano ininterrottamente funzioni religiose. L'obiettivo è proteggere la famiglia Tamrazyan, composta da un padre, una madre e tre figli, ospitata al suo interno, che è fuggita dall’Armenia nel 2010. Il Governo ha deciso di rispedirla indietro, ma c'è una legge che impedisce alla polizia di entrare in uno spazio “destinato a riunioni religiose o riflessive di natura filosofica, durante la riunione di culto o di riflessione” e così fino a quando ci sarà qualcuno che pregherà per loro, saranno al sicuro.
Quattrocento pastori da tutto il Paese si alternano nelle letture, nei canti, nelle Messe insieme ai fedeli. La famiglia avevano fatto richiesta di asilo politico perché il padre era un oppositore del governo. Ora dopo le ultime elezioni la situazione in Armenia è migliorata e così le autorità, legge alla mano, hanno deciso che non potevano più restare.
Il fatto che in nove anni la famiglia si sia perfettamente integrata, che non abbia mai dato problemi, che i tre ragazzi che hanno 21, 19 e 14 anni studino e non vogliano più tornare nel loro Paese d'origine non conta in quest'Europa in cui la paura e la burocrazia hanno preso il sopravvento sul cuore. E così nella piccola chiesetta si continua ad accendere candele, a cantare e a pregare 24 ore su 24 fino a quando, dicono i fedeli, supportati dalla petizione di oltre 250 mila cittadini il Governo non si deciderà a concedere alla famiglia un permesso di soggiorno illimitato. Il reverendo Joost Roselaers, uno dei pastori, ha detto alla Cnn: “Andremo avanti fino a quando non sarà chiaro che questa famiglia può rimanere"