Sono un nonno e di religione ho sempre capito poco, ma la mia nipotina di sei anni mi ha spiazzato. Un mese fa è tornata da scuola felice per la maestra di religione appena arrivata, ma anche un po’ arrabbiata per la sua risposta. Ecco il fatto: la maestra parlava di Gesù risorto e la mia nipotina le ha chiesto: “Ma Gesù aveva i sandali o le scarpe?”. La maestra le ha detto che era una domanda stupida! E allora lei, mentre mangiava, lo ha chiesto a me: “Ma Gesù aveva i sandali o le scarpe?”. Aiuto, sono spiazzato... NONNO LUIGI
— C’è davvero di che essere spiazzati, anche con una laurea in Teologia, caro nonno Luigi! Anzitutto concordo con te che la risposta della maestra è stata proprio... stupida! Forse l’insegnante ha pensato che era una domanda per divagare, per interrompere la sua lezione, fatto è che proprio la maestra dovrebbe sapere che mai le domande dei bambini (specie nell’ambito religioso) sono stupide! E così la domanda, caro nonno, è stata girata a te e tu la giri a me. E non ti nascondo che sono un po’ imbarazzata a rispondere, proprio come te. Ma forse posso partire da quello che nelle scienze dell’educazione viene chiamato “realismo infantile”: la piccola scolara è stata attenta, appare affascinata dalla resurrezione (Gesù che esce dalla tomba, vince la morte) però è presa da un particolare che non sembra così campato per aria: Gesù nella tomba era a piedi nudi? E allora, uscito dalla tomba, come fa a camminare, avrà certamente bisogno di calzature, ed ecco la domanda: scarpe o sandali?
Una risposta altrettanto realistica potrebbe suonare: in quel clima e in quei luoghi di Palestina era più facile che Gesù portasse i sandali... E sarebbe una risposta abbastanza sensata, ma non ci aiuterebbe a capire la ragione vera della domanda infantile. Cerchiamo di vederne il perché: la bambina è molto coinvolta dal racconto della resurrezione, ha un’immaginazione vivida, partecipe, è lì tutta presa dalla situazione nuova: un morto che esce dalla tomba, è vivo, è bellissimo e lei ne è affascinata. Ma proprio qui un particolare la coglie impreparata: i suoi piedi da risorto. Questa piccola ci sta insegnando qualcosa della risurrezione: il Risorto è reale, non è una fantasia, anzi il suo camminare sarà d’ora in poi prezioso, importante, raggiungerà tutti. I passi del Risorto, ci dice la piccola, sono la sua missione! E allora, forse, la sua domanda non è un diversivo inutile – come è sembrato alla maestra – ma un atto di tenerezza: scarpe o sandali? Grazie, piccola figlia di Dio, così tenera e realista: ci insegni che occorre amare anche i piedi di Gesù risorto