Che cosa lega il Piemonte con il leggendario eroe troiano Enea e con il popolo, misterioso quanto affascinante, degli Etruschi? Ci sono figure e miti di fondazione capaci di sopravvivere ai millenni, diventando fonti di ispirazione per uomini apparentemente lontanissimi nello spazio e nel tempo. Così può accadere che l'epopea dell'eroe reso immortale da Virgilio, Enea appunto, riviva in un sontuoso palazzo della provincia di Cuneo, grazie agli affreschi commissionati da una famiglia vicina ai Savoia. Seguendo un gioco di specchi e rimandi, si possono riannodare quei fili invisibili che attraversano le epoche per condurci alle radici della nostra cultura. E' questo il senso della mostra “Enea e gli Etruschi”, aperta fino al 7 gennaio presso il Palazzo Taffini d'Acceglio a Savigliano (Cuneo).
Organizzata da “Terre dei Savoia” (un'associazione cui aderiscono oltre 50 Comuni e che svolge un prezioso lavoro culturale in Piemonte), l'esposizione riunisce opere e testimonianze da mondi diversi. Spiccano alcuni reperti etruschi e romani, di inestimabile valore, provenienti da musei di tutta Italia. Filo conduttore della mostra è proprio la figura di Enea: l'eroe della guerra di Troia, che secondo la narrazione virgiliana intraprese un lungo e travagliato viaggio per approdare sulle sponde del Lazio, diventa la chiave di volta per accedere alla civiltà etrusca, quindi a quella romana.
Del percorso espositivo fanno parte alcune “chicche” di raro fascino. C'è, ad esempio, la cosiddetta “spada di Enea”, risalente al VII secolo a.C. e rinvenuta in un tumulo funerario a Lavinium (oggi nel territorio di Pomezia, Roma). E' sicuramente appartenuta a un personaggio di spicco, forse al primo re della città. Altro reperto di prestigio è la “clava bronzea di Ercole”, un manufatto conservato presso il museo archeologico “Isidoro Falchi” a Vetulonia (Castiglione della Pescaia, Grosseto). La maestria etrusca nella lavorazione dell'oro è testimoniata da alcuni preziosi monili. Per venire a tempi più recenti, tra le meraviglie in mostra c'è anche una statua marmorea di “Eros dormiente con gli attributi di Ercole” (prima metà del XVI secolo), che secondo alcuni studiosi sarebbe un'opera giovanile di Michelangelo.
Infine, il percorso di visita è arricchito da un olfattorio di 24 vasi in vetro di Murano, ispirati agli antichi recipienti etruschi, che custodiscono le famiglie olfattive dei principali profumi. L'opera si riallaccia alla storia recente di Palazzo Taffini. Infatti la residenza è sede del “Mùses, accademia europea delle scienze”, un museo che, partendo dalla tradizione delle erbe aromatiche in Piemonte, offre un viaggio nell'arte profumiera di vari territori d'Europa.
La mostra “Enea e gli etruschi a Palazzo Taffini”, è stata realizzata dall'associazione “Terre dei Savoia” in collaborazione con i Musei Reali di Torino. Il progetto è opera di Umberto Pecchini ed è stato curato da Loredana De Robertis per la sezione storico-artistica, da Gabriella Pantò e Simona Rafanelli per la sezione scientifico-archeologica, con il sostegno della Cassa di Risparmio di Savigliano, con il contributo delle fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Fossano e Cassa di Risparmio di Cuneo. La mostra è visitabile fino al 7 gennaio, dal martedì alla domenica (ore 10-13; 14-18). Per maggiori informazioni www.musesaccademia.it