Mentre continuano le richieste di Sos di imbarcazioni di naufraghi in pericolo nel Mediterraneo centrale la nave Libra della Marina Militare è approdata dopo giorni di navigazione nel porto albanese di Shengjin per sbarcare otto migranti destinati a raggiungere i centri di trattenimento con annessa prigione nonostante le precise disposizioni della Corte di Giustizia Europea e dei giudici italiani che non avevano convalidato i primi 12 trattenimenti nel primo trasferimento in Albania.
Gli otto migranti selezionati a bordo delle navi italiane e diretti in Albania sono rispettivamente cinque bengalesi e tre egiziani. Paesi che nel decreto legge del 23 ottobre del governo italiano sono da considerarsi sicuri, non invece per l’Europa e per i tribunali italiani.
Proprio pochi giorni fa la sezione immigrazione del Tribunale di Catania aveva disapplicato il recentissimo decreto anti migranti del governo Meloni stabilendo come il diritto dell’Unione Europea sia da considerarsi primario rispetto alla legislazione interna e quindi non convalidando il trattenimento di cinque migranti arrivati il 31 ottobre al Cpr di Pozzallo che come in questa occasione erano egiziani e bengalesi.
Nazionalità evidentemente al centro di uno scontro che non può definirsi politico perché c’è una giurisprudenza precisa, la più recente quella della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che il 4 ottobre 2024 indica un paese sicuro solo se lo è nella sua totalità e per tutti i suoi individui.
Come quindi nella prima operazione in Albania si aspetta adesso il verdetto dei giudici e gli otto migranti “selezionati a bordo” e portati in Albania potrebbero fare veloce rientro in Italia come accaduto ai primi 12 trasbordati nuovamente sulla nave Libra e destinati a raggiungere il Cara di Bari.
Davanti agli otto migranti destinati nuovamente a raggiungere i centri Albanesi dal 4 ottobre in Italia sono sbarcati 2033 persone in particolar modo con sbarchi autonomi a Lampedusa. L’Ocean Viking ha invece soccorso in 24 ore 182 migranti. Ma perché il governo italiano tenta nuovamente di spedire i migranti in Albania? «Ci ritenta perché ha un semplice obiettivo: la propaganda. In questo modo si cerca di convincere l’opinione pubblica straniera che queste persone sbarcano non più in Italia, ma in Albania. Nel caso specifico di queste otto persone che hanno raggiunto Shengjin si tratta di un trattenimento avvenuto con un ordine verbale da parte di funzionari del Ministero dell’Interno. Inoltre come capitato nella prima occasione queste persone vengono private dei loro diritti, della loro libertà, della possibilità di comunicazione con l’esterno perché li privano dei loro cellulari e infine del diritto alla difesa», spiega l’avvocato immigrazionista Rosa Emanuela Lo Faro che aggiunge: «Questi otto naufraghi hanno aspettato oltre 48 ore a bordo della nave della Marina, oltrepassando i termini di legge, e continua ad esserci poca trasparenza su tutta la procedura»
L’operazione dei centri per migranti del governo italiano in Albania è costata oltre un miliardo di euro: 800 milioni da qui al 2028, a cui si aggiungono tre milioni all’anno del centro di identificazione, 200 milioni per gli allacciamenti, una spesa non stimata della nave che ogni volta è chiamata a trasportare i migranti in Albania oltre a tutte le spese di trasferta delle centinaia di forze dell’ordine impiegate nell’operazione. La capienza massima dei centri in Albania è 10.500 persone l’anno, contro i 12 o gli 8 al centro di un’operazione che continua a far discutere.