Mario è un ex
ferroviere in pensione. Potrebbe avere sessanta, forse sessantacinque
anni. Non è facile dargli un’età, il volto segnato com’è dai
percorsi impervi dell’esistenza. All’apparenza burbero e
scontroso, in realtà solo un po’ diffidente. Roberto, occhi
cerulei e barba incolta, ha perso il lavoro otto mesi fa. L’azienda
ha chiuso i battenti e un altro impiego di questi tempi non si trova.
Esilio volontario, ma non per questo meno difficile, quello di
Gerardo, che se n’è andato di casa vent’anni fa, lasciandosi
alle spalle un appartamentino borghese e un posto in banca.
La sera, quando
l’oscurità travolge il giorno, si coricano in un angolo, diventano
ombre mute. Come riparo, il cielo. Per loro, e per tutti gli altri,
che non hanno voce né nome (secondo l’Istat, in Italia i
senzatetto sono 60 mila, 4 su 10 di nazionalità italiana), si è
svolta La notte dei senza dimora, la manifestazione
organizzata da Insieme nelle terre di mezzo, con il contributo
di altre associazioni, che ha fatto tappa a Treviso e Forlì (12
ottobre), Padova e Rovigo (17 ottobre), Milano, Vicenza, Arzignano,
Bassano, Lonigo, Schio, Valdagno, Trento, Como (19 ottobre). L'ultimo
appuntamento il 26 ottobre a Foggia, unica città del Sud.
«Si tratta di un
evento che vuole informare, sensibilizzare, proporre», spiega
Arianna Usilla, presidente di Insieme nelle terre di mezzo,
«sollecitando le amministrazioni locali a mettere in atto soluzioni
concrete. Perché il problema della gente costretta a dormire per
strada non è solo dei senza dimora, è di tutti, della città
intera».
L’iniziativa, nata
nel 2000, si svolge ogni anno a ottobre, proprio quando il freddo è
alle porte. Non a caso, nel corso delle serate, vengono distribuiti
ai senzatetto coperte, sciarpe, guanti, cappelli, sacchi a pelo. Poi,
accompagnati dalla musica e dalle performance degli artisti di
strada, si condivide con loro un piatto di minestra e ci si prepara a
dormire all’aperto, fianco a fianco.
Un programma che in alcune
città è stato arricchito con biciclettata, flash mob, biblioteca
interattiva. All’edizione dello scorso anno, hanno partecipato 17
associazioni, per un totale di 1.000 presenze, 600 pasti distribuiti,
100 persone rimaste a dormire.
«Il fulcro
dell’esperienza è senz’altro la notte all’addiaccio», ci
tiene a sottolineare Usilla, «un’esperienza simbolica che consente
di mettersi davvero nei panni dell’altro, compiendo un gesto di
solidarietà». In concreto, una manciata di ore a contatto con la
terra, che apre gli occhi. E forse anche il cuore.