E se tornassimo a parlare d’amore? È il tema-provocazione della stagione 2024-25 del Teatro Franco Parenti, lo stabile milanese che ha da poco festeggiato cinquant’anni di vita che saranno ancora celebrati con una mostra, dal 5 novembre, in un cavedio del giardino del teatro con un’opera dell’artista Giulio Paolini.
Cartellone ricchissimo, progetti completati e altri da avviare, sinergia con le istituzioni e gli sponsor, i quali, come ha notato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, «il ruolo del privato non si riduce soltanto a quello di sponsorizzazione ma è di co-progettazione. E questo è un segnale significativo». «Tornare a parlare d’amore vuol dire essere capaci di ascoltare, di emozionarsi, di “mollare”», spiega Andrée Ruth Shammah nella conferenza stampa di presentazione che si è svolta giovedì mattina, «amare la semplicità senza il timore di un ragionamento complesso. E amare le contraddizioni, le imperfezioni e la capacità di compassione e di allegria».
Il suo appello è quello di «lasciarsi guidare dalla curiosità di un cartellone che vuole avere come filo conduttore il desiderio di un rapporto d’amore con il nostro pubblico. Che è poi amore per lo stare insieme… per la poesia, la letteratura, la cultura». E un consiglio: «Scambiate le vostre impressioni con noi e scriveteci». Le vecchie e le nuove stagioni sono sempre più intersecate tra loro rispetto al passato, con spettacoli declinati in progetti pluriennali.
L’ultima regia della stessa Shammah, Chi come me, del regista israeliano Roy Chen e che racconta la crescita di cinque giovani in cura presso un centro di salute mentale di Tel Aviv, torna anche quest’anno dal 1° ottobre al 1° dicembre(Sala A2A) con il sostegno della Fondazione Guido Venosta, presieduta da Giuseppe Caprotti, nell’ambito di “HAPPY diventare capaci”, un progetto di prevenzione e intervento di sostegno per il benessere psicologico degli adolescenti portato avanti insieme a Il Minotauro di Milano, Le Comunità della Salute di Monza e i CSV (Centri di servizi per il volontariato) di Milano e di Monza, Lecco e Sondrio.
«Le conferenza stampa per la presentazione della stagione teatrale sono la cosa più noiosa che possano esistere e per questo io mischio tutto: partner, istituzioni, registi, attori», dice Shammah con il solito piglio istrionico.
In scena, tra nuove produzioni (12, in totale) e ritorni, c’è Silvio Orlando che arriva l’8 ottobre con Ciarlatani, titolo di apertura della stagione, scritto e diretto dal drammaturgo spagnolo Pablo Remon.
Dal 9 al 13 ottobre spazio a Factum est di Giovanni Testori, interpretato da Andrea Soffiantini. Si tratta di uno dei monologhi più intensi del teatro testoriano, imperniato sulla drammatica domanda di senso che accompagna l’uomo fin dalla sua condizione di feto.
Torna Gioele Dix con Giovedix, un percorso di sette spettacoli, dal 10 ottobre al 10 aprile, in cui il comico legge e commenta sette opere di autrici moderne e contemporanee, da Alice Munro a Oriana Fallaci, da Dorothy Parker ad Almudena Grandes.
Dal 22 al 27 ottobre il Teatro dei Gordi, compagnia residente del Parenti, porta in scena Pandora, una pièce ambientata in un bagno pubblico in fondo a un corridoio o sotto la piazza di una città: può essere il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio. Lo attraversa un’umanità variegata e transitoria, è un covo di demoni, un’anticamera, una soglia prima di un congedo o di un battesimo di fuoco.
Sempre dei Gordi è Note a margine, in programma dal 7 al 15 novembre e al debutto nazionale. Viene messa in scena una veglia funebre, con la bara aperta, alcuni paramenti e qualche visitatore. Lo spettacolo è un tentativo di dare un senso al dolore e alla perdita, attraverso gesti e parole che diventano un omaggio al defunto.
Il misantropo di Molière, prodotto e diretto da Shammah e Luca Micheletti, è un omaggio alla modernità del drammaturgo francese, e andrà in scena dal 19 al 24 novembre. Come da volontà dei due registi, l’opera evita giudizi morali, preferendo esplorare i vari punti di vista dei personaggi nella loro caleidoscopica complessità.
Il regista Filippo Timi propone una nuova edizione di Amleto², il suo celebre spettacolo, che torna al Parenti dopo 15 anni. In questa innovativa rilettura, ospitata dal Teatro Parenti dal 10 al 22 dicembre e poi dal 27 al 31 dello stesso mese, viene rielaborato il classico shakespeariano in modo radicale, convertendo passioni e personaggi in un’atmosfera circense.
Dal capolavoro di Joseph Roth La leggenda del santo bevitore, Shammah ha tratto ispirazione per un’omonima pièce teatrale, in programma dal 16 al 26 gennaio. Si tratta della storia di un uomo, di un’esistenza perduta dietro alle occasioni della vita, ma protesa fino alla morte verso l’adempimento di un dovere morale.
Scene di un matrimonio di Ingmar Bergman, dal 21 al 26 gennaio, narra di una coppia che cerca di restare unita pur soffrendo crepe e insoddisfazioni, rabbia, tensioni e risentimenti accumulati negli anni. La regia è di Raphael Tobia Vogel, assieme a Fausto Cabra e Sara Lazzaro.
Torna Massimo Dapporto nello spettacolo Pirandello pulp di Edoardo Erba, con Fabio Troiano e diretto da Dix (dal 4 al 16 marzo), sembra un gioco di ribaltamento dei ruoli, ma la scoperta di inquietanti verità scuoterà i precari equilibri dei personaggi e farà precipitare la commedia verso un finale inaspettato. Siamo in prova, sul palco dove deve andare in scena “Il giuoco delle parti” del celebre drammaturgo siciliano.
Dal 18 marzo all'11 aprile, per la regia di Fausto Cabra, arriva Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo”, una pièce che trae ispirazione dalle vicende biografiche di Billy Milligan, un criminale americano famoso per essere stato il primo a essere assolto per crimini violenti a causa del disturbo di personalità multipla.