(Foto Reuters)
Dieci anni fa, nelle
prime ore dopo
gli attentati negli
Usa, Famiglia Cristiana
pubblicò un fascicolo
speciale di cui riproduciamo
qui la copertina.
Un’immagine emblematica
in quei momenti
drammatici ma diventata simbolica
nei dieci anni successivi. La nuvola mortale
che si levava dalle Torri gemelle incombe
sui nostri Paesi e sui nostri cuori
ancora oggi. Metà degli attuali rifugiati
del mondo, cioè 4,7 milioni di persone,
sono cittadini dei Paesi in cui sono
state combattute le guerre post-11
settembre: Afghanistan (3,1 milioni di
persone) e Irak (1,6)
Per non parlare dei morti, ovviamente,
che in realtà abbiamo deciso di non
contare: in Irak, nel solo 2006, secondo
le Nazioni Unite furono quasi 35 mila i
civili uccisi nelle violenze.
Ma non basta. Si è molto parlato
dell’innalzamento del tetto del debito
statale Usa, lungamente discusso dal
presidente Obama con l’opposizione repubblicana.
Negli otto anni della presidenza
Bush gli aumenti del “tetto” furono
cinque, con l’esito finale di raddoppiare
il deficit federale per sostenere le
guerre decise in risposta agli attentati
dell’11 settembre.
Sappiamo che cos’è
successo dopo: la politica americana del
debito ha innescato nel 2007 la crisi finanziaria
mondiale ma, soprattutto, ha
indebolito in modo fatale la superpotenza
Usa. È un paradosso, ma si può
persino sostenere che Osama bin Laden
è alla fine riuscito a ferire gli Usa. Non
tanto colpendoli, ma piuttosto inducendoli
a reagire al colpo.
E a proposito di Osama: per quanto
brutale sia stata la sua eliminazione,
chi di noi (italiani, spagnoli, inglesi, tedeschi...
) non ha tirato un sospiro di
sollievo quando ha saputo che non
avrebbe più potuto nuocere? Nelle città
italiane, ancora un anno fa, c’erano i militari
per strada. La nuvola delle Torri gemelle
ha fatto tantissima strada e da
qualche parte aleggia ancora.