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lunedì 12 maggio 2025
 
Santa Marta
 

La paura che ci blocca: ecco il vero peccato che dobbiamo temere

27/01/2017  E' la "pusillanimità" che paralizza e porta a coltivare un insano attaccamento al passato, ostacolando un corretto esercizio della memoria, nonché "il coraggio, la pazienza e la speranza”.

Dio liberi tutti dal peccato che ci paralizza come cristiani: la pusillanimità, l’aver paura di tutto. E' questo il vero ostacolo che non ci permette di avere memoria, speranza, coraggio e pazienza. Lo ha detto papa Francesco nel corso dell'omelia della consueta Messa mattutina a Santa Marta. La Lettera agli Ebrei proposta dalla liturgia del giorno, ha ricordato il Pontefice, ci esorta a vivere la vita cristiana con tre punti di riferimento: il passato, il presente e il futuro. Innanzitutto ci invita a fare memoria, perché “la vita cristiana non incomincia oggi: continua oggi”. Fare memoria è “ricordare tutto”: è mettere la mia storia “davanti a Dio”. Infatti, “non si capisce la vita cristiana, anche la vita spirituale di ogni giorno, senza memoria. Non solo non si capisce: non si può vivere cristianamente senza memoria. La memoria della salvezza di Dio nella mia vita, la memoria dei guai miei nella mia vita; ma come il Signore mi ha salvato da questi guai? La memoria è una grazia: una grazia da chiedere”. Dunque, “il cristiano è un uomo di memoria”. Poi l’autore della Lettera ci fa capire che “siamo in cammino in attesa di qualcosa”, in attesa di “arrivare a un punto: un incontro; incontrare il Signore”.

Per Jorge Mario Bergoglio “non si può vivere una vita cristiana senza guardare il futuro con la speranza dell’incontro con il Signore. E lui dice una frase bella: ‘Ancora un poco …’. Eh, la vita è un soffio, eh? Passa. Quando uno è giovane, pensa che ha tanto tempo davanti, ma poi la vita ci insegna che quella parola che diciamo tutti: ‘Ma come passa il tempo! Questo l’ho conosciuto da bambino, adesso si sposa! Come passa il tempo!’. Presto viene. Ma la speranza di incontrarlo è una vita in tensione, tra la memoria e la speranza, il passato e il futuro”.

La Lettera invita anche a vivere il presente, “tante volte doloroso e triste”, con “coraggio e pazienza”. Siamo peccatori “tutti lo siamo. Chi prima e chi dopo … se volete, possiamo fare la lista dopo, ma tutti siamo peccatori. Tutti. Ma andiamo avanti con coraggio e con pazienza. Non restiamo lì, fermi, perché questo non ci farà crescere”. Infine, l’autore della Lettera agli Ebrei esorta a non compiere il peccato della pusillanimità. “È un peccato che non ti lascia andare avanti per paura”, mentre Gesù dice: “Non abbiate paura”. Pusillanimi sono “quelli che vanno sempre indietro, che custodiscono troppo se stessi, che hanno paura di tutto”. “‘Non rischiare, per favore, no … la prudenza…. I comandamenti tutti, tutti … Sì, è vero, ma questo ti paralizza anche, ti fa dimenticare tante grazie ricevute, ti toglie la memoria, ti toglie la speranza perché non ti lascia andare. E il presente di un cristiano, di una cristiana così è come quando uno va per la strada e viene una pioggia inaspettata e il vestito non è tanto buono e si restringe la stoffa … Anime ristrette … questa è la pusillanimità: questo è il peccato contro la memoria, il coraggio, la pazienza e la speranza”.

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