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mercoledì 14 maggio 2025
 
Il caso
 

La piazza che nega i morti, insulto alle famiglie che piangono i loro cari

06/09/2020  A Roma la manifestazione dei negazionisti grida al complotto. La polizia sta esaminando i video per identificare chi mette a rischio la salute pubblica.

Un insulto ai morti, alle loro famiglie, al presidente della Repubblica, al Papa. I negazionisti scesi in piazza ieri a Roma (pochi, ma straripanti di odio e slogan privi di fondamento) sembra vivano fuori dalla realtà. Da chi si dice convinto che sia stato tutto un complotto e le «bare che abbiamo visto a Bergamo sono quelle di Lampedusa di qualche anno fa» a chi sostiene che il Governo «vuole iniettare a tutti un microchip con il nuovo vaccino» a chi, ancora, pensa che «la mascherine sono una museruola che fa male» e a quanti si ostinano a fare la differenza tra «morti con covid e morti per il covid». Inutile obiettare le cose più ovvie: dall’andare a sentire i familiari di quei morti di Bergamo, all'elenco delle malattie debellate dai vaccini (dal vaiolo alla poliomelite, ma che lo diciamo a fare?), alle mascherine che, non solo sono portate da sempre dai medici di tutto il mondo per ore durante il loro lavoro, così come da operai e falegnami, da pittori e parquettisti…, ma che possono preservarci anche dai gas di scarico e dall’inquinamento nelle varie forme, fino a finire a quel «per o con» che non ha senso perché si tratta di persone che, seppure gravate da altre patologie, non sarebbero decedute in quel momento e in quel modo se sulla loro strada non avessero trovato il covid.

In piazza bruciano la foto di papa Francesco e alzano, strumentalizzandolo ancora una volta, i cartelli con la foto del papa emerito Ratzinger. Lanciano slogan contro la «dittatura sanitaria» e contro Mattarella. Non li riportiamo per decenza e perché, mentre la polizia sta esaminando i filmati per identificare quanti hanno violato le norme anti covid, a noi preme solo sottolineare che la libertà non è fare quello che ci pare mettendo a rischio gli altri. Se qualcuno di loro si ammalerà il sistema sanitario nazionale, con i soldi di tutta la collettività, si darà da fare per salvargli la vita, perché è giusto curare anche gli stupidi. Ma non possiamo permettere che la stupidità si trasformi in pericolo per il resto della società. Essere liberi di esprimere la propria opinione non può essere libertà di diffondere l’epidemia. Sarebbe come dare licenza agli automobilisti di percorrere l’autostrada contromano. Finendo per travolgere anche chi sta guidando con prudenza. Se proprio vogliono farsi del male lo facciano lontano da tutti noi.

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