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domenica 03 novembre 2024
 
Il Teologo
 

La pornografia coinvolge tutti: il senso del monito del Papa

10/11/2022  Papa Francesco ha ritirato i preti circa l'uso della pornografia digitale e il suo monito dovrebbe essere un esempio per tutti. Cosa possono fare i laici?

Perché Papa Francesco ha richiamato i preti circa l’uso e l’abuso della pornografia digitale? Al di là della frase in sé, come questo monito può aiutarci a ragionare e comprendere la realtà? Come può aiutare anche noi laici? - SIMONE G.

 

Diverse discipline – igienico-sanitarie, medico-scientifiche, psicologiche, sociali, economiche, antropologiche – con motivazioni differenti concordano nel giudizio negativo sulla pornografia. Dal punto di vista teologico-morale si devono sottolineare due grandi fratture, che si ripercuotono sulla coscienza e sulla capacità di giudizio. La pornografia, depersonalizzando e strumentalizzando le persone coinvolte nella produzione e i fruitori, sfibra nel soggetto i legami di individualità-socialità e genitalità-sessualità. Come un sasso gettato in acqua, produce dei cerchi di riflessione.

Primo cerchio. La cultura dello scarto, in cui tutti siamo immersi. La pornografia (specialmente quella sul Web, accessibile e rapida) è generata da questa mentalità e a sua volta la alimenta. L’industria del porno è un settore molto florido: secondo alcune statistiche la prima industria del mondo. Non si tratta di una novità, ma il Web ne ha ampliato confini e possibilità di sviluppo. La domanda si è dilatata, come anche l’offerta. La cultura dello scarto non riguarda solo gli “oggetti”, ma anche i soggetti, soprattutto quando vengono considerati in una sola dimensione: di alcuni solo il corpo, di altri le fantasie, i desideri, le relazioni… Come, allora, il mio agire favorisce la cultura dello scarto, considerando l’altro “oggetto”, anche se non direttamente con l’uso della pornografia?

Secondo cerchio. Le dipendenze. Non tutti coloro che usufruiscono del mondo pornografico cadono nella relativa dipendenza, certo, ma questa è in forte aumento perché il digitale ne consente un accesso a qualsiasi ora, “anonimo” e a costi contenuti. Come qualsiasi altra dipendenza, essa influenza ogni ambito dell’esistenza della persona: fisico, sociale, psichico. Gli studi indicano come non si possa delineare un profilo psicoemotivo del possibile dipendente: coinvolge persone di ogni età e genere sessuale, indipendentemente dalla condizione sociale o sentimentale. Francesco, in questo discorso, invita a porre attenzione a quella pornografia che consideriamo “normale”, cui diamo poco peso, ma che in realtà ci costruisce o decostruisce come essere umani e forma la nostra capacità di giudizio. Cosa considero “normale” e “insignificante” a livello morale, pur sapendo che non lo è? 

Terzo cerchio. La formazione. Tutti dobbiamo fare i conti con la nostra sessualità. È compito mai concluso, qualsiasi sia il nostro stato di vita e l’età. È quindi importante avviare percorsi condivisi e coraggiosi di educazione alla affettività e alla sessualità. Anche chi si incammina sulla via del sacerdozio o della vita consacrata ha il compito di affrontare la propria sessualità: se irrisolta può esplodere in gravi danni per sé e/o per la propria comunità. Quindi: in che misura ho cura della formazione personale e comunitaria? Quali sono le urgenze e quali i possibili cammini?

I sacerdoti e i consacrati non vivono in un mondo diverso da quello dei laici. Pur nella specificità dei nostri stati di vita – e quindi degli sguardi e delle attenzioni – tutti dobbiamo contribuire, insieme, a una cultura della vita.

 
 
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